La Comunicazione oggi per Tonino Raffa tra i “Meridiani ed i Paralleli” di Francesco Ferrulli

La programmazione delle Muse partita domenica scorsa continua a scandagliare argomenti e personaggi che appartengono alla nostra regione e non solo. “Abbiamo la voglia e la volontà di mettere in evidenza la nostra contiguità culturale col territorio”, così Giuseppe Livoti presidente del sodalizio reggino ha aperto il secondo appuntamento de “Le Muse” presso la sede di via San Giuseppe. Un argomento di grande attualità come la comunicazione nel tempo della democrazia non poteva non avere come relatore d’eccezione Tonino Raffa – giornalista e cronista Rai, figlio di quell’emigrazione degli anni ’70 e personaggio che ha vissuto sulla propria pelle lo sport, quello vero, quello libero e non studiato nei fatti e nelle situazioni. Raffa dichiara subito che oggi ogni forma di giornalismo si sia perso e come la globalizzazione, così come l’informatica, l’invasione dei reality, della televisione verità, altro non è che funzione illusoria che ha massificato il linguaggio e i media. Esiste, così, un sistema televisivo di tipo europeo che si riscontra in tutte le nazioni ed un modello americano, in cui la verità convince un pubblico che ama la televisione-verità. La mia esperienza – continua il giornalista – è passata attraverso trasmissioni di successo in cui lo speaker doveva far immaginare all’ascoltatore quello che non vedeva. Le esperienze le ho fatte – e di grande livello – ricorda Raffa e, ancora, l’aver fatto il radiocronista per le Olimpiadi (basta ricordare Atlanta 1996, Pechino 2008 o ancora Sudafrica 2010 o poi 1300 radiocronache) oggi rappresentano un bagaglio umano e culturale che lo hanno portano ad essere una delle voci più amate della radio nazionale. Tanti successi da “Tutto il Calcio Minuto per minuto”, format condiviso sin dal 1988 con Alfredo Provenzali o, ancora, il TG Calabria, o esperienze quali le interviste su Domenica Sport, su Radio 2 condotte da Mario Giobbe. Il giornalista è testimone del suo tempo, deve raccontare ed essere libero da condizionamenti, la stampa come la televisione non devono farsi condizionare – dice. Ed il ruolo della donna, oggi, viene spesso mercificato e cambia, così, il senso delle cose nella virtualità della tv. Raimondo Vianello, anni fa, divenne esempio di un cambiamento di gusto dello sport in cui un comico-sportivo diventava giornalista. Un successo che è passato col tempo ed è stato sostituito dalle veline, espressione di un andamento di gusto che si è sempre di più appiattito. La donna spesso diviene emblema attrattivo ed attraente, per cui lo sport è divenuto accessorio della trasmissione non elemento portante. L’auditel così ha abbassato le aspettative della gente comune, ma purtroppo trovando riscontro in un pubblico sempre più voyer. Occorrerebbe aprire una scuola di giornalismo in Calabria – ribadisce Raffa – stimolato dalle incalzanti domande del numeroso pubblico presente. Spesso il linguaggio si è modificato con forme che spesso alterano il senso delle cose e quindi è difficile trovare sempre di più giornalisti responsabili. E questo, forse, anche per colpa della scuola, agenzia formativa per definizione che forma, non curante di una tradizione linguistica e culturale che va preservata e non mortificata e che promuove slang che alterano il senso delle cose. Insieme a Raffa una mostra personale di pittura dell’artista pugliese Francesco Ferrulli. Ferrulli – ricorda Giuseppe Livoti – è artista che fa del suo status meridionale una forma di comunicazione definita “contornismo metafisico”. Tutto è fantasmagoria nelle sue opere. Il mio ritorno in Puglia, essendo un calabrese di adozione, lo vedo proiettato nel tempo – dice Ferrulli. Per ora preferisco amare e dipingere la natura che unisce la mia regione dove ho avuto i natali la Puglia e la regione che mi ospita lavorativamente parlando, la Calabria. Il mare, poi, è la location ideale dove inquadrare le mie idee. Livoti, nel presentare la mostra e ripercorrendo la biografia di Ferrulli, originario di Acquaviva delle Fonti in provincia di Bari, si è soffermato su come l’artista detta le regole della sua pittura, in cui il trullo e lo scoglio dell’ulivo di Palmi convivono, o, ancora, su come nelle tele del giovane pittore esistono fatti e non interpretazioni. Uno spettacolo muto – per usare una definizione di Mengs – e la forma disegnata è la vera sincerità della sua arte. La mostra sarà aperta al pubblico fino al 12 novembre 2012.

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