Nella mattinata odierna, 20 ottobre 2012, presso il Palazzo della Provincia di Reggio Calabria, si è tenuta la cerimonia di commemorazione dedicata al giovane poeta reggino Luca Caccamo. Luca, nato il 20 ottobre 1983, proprio oggi avrebbe compiuto 29 anni. Sicuramente, avrebbe desiderato festeggiare insieme alle persone a cui voleva bene, sfruttando, come sempre, l’occasione per recitare qualche sua poesia e far ascoltare un pezzo musicale, suonato da lui con la batteria, sua grande passione. Invece, Luca, il 28 marzo u. s., è uscito silenziosamente di scena, a causa di una malformazione cardiaca, chiamata Sindrome di Brugada, lasciando un vuoto incolmabile, un dolore quasi insostenibile, se non fosse per la Fede che sorregge coloro che l’hanno amato. Evidentemente, il destino aveva disegnato per lui un progetto diverso, un progetto struggente, inaspettato, ma ugualmente grande, come quello di salvare la vita ai suoi cari, affetti dalla stessa malformazione che, ormai, scoperta la sintomatologia ereditaria, hanno avuto la possibilità di curarsi e salvarsi. Parlare di Luca non è semplice, perché lui era tante cose.
Luca era un figlio presente ed affettuoso che amava in modo viscerale la sua famiglia, in particolar modo la mamma “Miliuzza”, per la quale stava organizzando un bellissimo viaggio come regalo per il cinquantesimo compleanno, risparmiando ogni centesimo che guadagnava, privandosi finanche della comodità di spostarsi in macchina, per mettere da parte qualche soldo in più. Ma, purtroppo, come ben sappiamo, questo tanto atteso e sognato viaggio, mamma e figlio non sono mai riusciti a compierlo. Luca era anche un fratello attento ed, a volte, brontolone, che, ogni tanto, si arrabbiava con l’altro, così apparentemente diverso da lui, ma che seguiva sempre con amore, con rispetto ed orgoglio, soprattutto quando vedeva i suoi lavori televisivi. Luca era uno zio amorevole che nutriva un sentimento quasi paterno per la piccola Emilia che, insieme alla mamma, rappresentavano le donne della sua vita. Ma Luca era anche un nipote, un cugino, un amico fidato; uomo altruista e generoso, dall’animo nobile e puro come quello di un fanciullo, era sempre pronto a spendere un sorriso ed una parola di conforto per chi si trovasse in difficoltà e prodigo nel tendere una mano anche a chi, delle volte, l’aveva deriso o evitato.
Un’altra sua “donna” era la poesia che definiva come colei la quale “riesce a darmi la forza di cercarmi, di trovarmi, di amarmi”. Era un poeta, Luca, “il poeta dell’amore”, come mi piace descriverlo, ma non solo di quello verso la donna, nei cui confronti manteneva quei gesti di galanteria, ormai, quasi, dimenticati dai giovani d’oggi, come il baciamano o l’aprire la portiera della macchina; era il poeta dell’amore nella sua più alta elevazione, ossia quello verso la famiglia, il prossimo, la natura e gli animali. Il ragazzo dall’aria sorniona e solare, dalla personalità prorompente e, talvolta, per alcuni, quasi “ingombrante”, quando aveva una penna in mano, spesso seduto sulle scale che si affacciavano sul mare della sua adorata terra Favazzina, si trasformava nel poeta dei sentimenti e del Signore, a cui ha dedicato umilmente molti suoi componimenti, nell’assoluta accettazione anche della sofferenza e del dolore. E, proprio, perché la poesia rende eterni, in quanto rappresenta un ricordo tangibile di colui il quale ha voluto lasciare all’umanità un po’ di sé, oggi, al Palazzo della Provincia di Reggio Calabria, oltre ai parenti ed agli amici più cari, hanno voluto ricordare il poeta ma anche, se non soprattutto, l’uomo, molte illustre personalità del territorio reggino.
La discussione, sul filo della memoria, è stata aperta e condotta da un rappresentante della casa editrice “Città del Sole”, Dott. Franco Arcidiaco, che ha ricordato, in particolare, l’ansiosa fiducia e speranza del giovane ragazzo nel fargli leggere le sue poesie, tant’è che, spesso, si presentava alla sede in abiti da lavoro, appena uscito dal bar, nel quale si adoperava per avere la possibilità di coltivare le sue passioni senza gravare sulla propria famiglia. Con l’occasione, è stato anche presentato il libro “Volevo soltanto amare”, i cui proventi saranno destinati ad opere benefiche a favore dei bambini bisognosi, che raccoglie tutte le poesie e le favole dello scrittore, nel corso della sua breve, ma intensa vita. Ha tenuto a partecipare alla commemorazione, pure, l’assessore provinciale con delega alle Politiche e Pianificazione Culturale – Beni Culturali – Difesa della Legalità, Dott. Eduardo Lamberti Castronuovo, che ha elogiato le virtù del cittadino Luca, consegnando alla famiglia una targa, a nome dell’assessorato. Poi, è stata la volta della critica letteraria, Dott.ssa Francesca Neri, che ne ha esaltato lo scrivere, avente come temi ricorrenti l’innocenza, l’esperienza e l’amore, ed ha descritto Luca come un “promettente e sensibile” poeta che, pur essendosi da non molto affacciato alla vita, data la giovane età, parlava spesso anche della morte, il che, oggi, appare come una tragica premonizione.
E’ intervenuto, altresì, il Presidente dell’Avis Comunale di Reggio Calabria, Dott. Domenico Nisticò, che ha ricordato Luca come un ragazzo “educato all’altruismo” ed ha consegnato il diploma con croce d’oro alla famiglia, per dare un tributo a colui il quale è stato uno dei più attivi sostenitori e volontari dell’Avis, avendo effettuato ben 34 donazioni di sangue. A rievocare il giovane sempre bramoso di sapere e di conoscenza, c’era anche il Presidente del Circolo Culturale “Anassilaos” che ha preso spunto dall’incontro per annunciare il prossimo concorso per il miglior poeta calabrese che sarà dedicato, appunto, a Luca Caccamo. Ancora, hanno voluto ricordare la grande elevatura morale dello scomparso il suo padre spirituale, Don Luigi Cannizzaro, ed il compagno di scuola, Don Simone Gatto, nonché alcuni professori ed amici intervenuti all’incontro commemorativo. Al termine della cerimonia, la famiglia, per augurare buon compleanno al caro Luca, ha liberato nel cielo dei palloncini che, ci piace pensare, lui abbia visto e gradito “dalla sua eterna dimora di nome Paradiso”.
Diletta Cariglia