di Fabrizio Pace – Come molti, o forse tutti ormai, hanno potuto apprendere dalle cronache nazionali, nei giorni scorsi la ministra A. Cancellieri ha sciolto il Consiglio Comunale reggino per contiguità mafiosa. Le reazioni dei cittadini sono state le più svariate, in dipendenza delle aree di appartenenza politica, tutti però hanno lasciato permeare un senso di mortificazione profonda per quanto accaduto. Sabato sera in una nota trasmissione dell’emittente televisiva LA7 , il Presidente della Regione Calabria On. Giuseppe Scopelliti , invitato con altri ospiti, ha tenuto a manifestare la propria disapprovazione per le decisioni prese dal governo italiano in merito alla città di Reggio Calabria. Dimostrando anche una certa perplessità per il metodo ed i tempi utilizzati, Scopelliti, incalzato a dovere dai due abili giornalisti Porro e De Telese si è difeso energicamente ed ha difeso egregiamente la sua amministrazione e il suo operato, contrapponendo ai preparatissimi conduttori date, numeri e provvedimenti.
A nostro parere dietro la dichiarazione di circostanza effettuata dalla Cancellieri “vogliamo fare il bene dei cittadini” in realtà si cela l’irriguardosa esigenza di fare piazza pulita in fretta, senza sprechi di tempo e denaro. In parole povere, senza star lì a discernere le persone per bene dagli eventuali corrotti, quindi la medicina della ministra è estirpare totalmente anzicchè setacciare ed eliminare solo il marcio laddove esiste. Mandare un commissario significa non tenere nella dovuta importanza la volontà popolare, di coloro i quali, tramite la democrazia, avevano scelto e votato il sindaco Demetrio Arena e credevano che egli potesse traghettareli al di fuori di questa crisi ( un fenomeno che riguarda buona parte d’Europa). Reggio Calabria, come il 98% del territorio meridionale, non è mai stato un modello trascinate nel settore del lavoro. Che la crisi sia qui oggi più acuta che altrove è quindi facilmente intuibile anche solo da questo elemento. Che la malavita abbia approfittato delle debolezze umane in un periodo così delicato è anche molto più che probabile, ma da qui a dissolvere un intero staff dirigenziale composto da tante persone oneste e devote alla causa ce ne vuole. Il 9 Settembre lo stato italiano prepotentemente ed incautamente ha delegittimato i rappresentanti politici proponendo un commissariamento di 18 mesi. Ora vorremmo che realmente si sconfigga in così breve tempo qualcosa che partendo dalla Calabria, ha putroppo conquistato il globo, ma ci sembra improbabile ( parliamo di quella “SPA” che si chiama N’Drangheta e il cui PIL è pari a quello di un qualsiasi stato benestante). E’ stata una scelta giusta? Ai commissari di governo non si può ora che augurare buon lavoro, staremo tutti alla finestra per vedere cosa riusciranno a fare nel poco tempo che avranno a diposizione, tempo che dovranno prima impiegare per capire logiche di mercato, metalità territoriale, ecc ecc. Sembra una barzelletta.
La Ministra avrebbe potuto , recandosi più spesso nella nostra città, (è stata chiamata al suo ruolo attuale anche per prendersi cura dei reggini) , allontanare coloro i quali avevano situazioni palesemente compromesse e risanare anzicchè asfaltare tutto. Lo stato italiano si ricorda che a Reggio Calabria siamo ancora senza un Procuratore, da quando Pignatone è andato a Roma? Come si lascia una zona così delicata e nelle suddette condizioni vacante di una presenza così importante? Oggi, preso atto di quanto disposto dal governo centrale, ci aspettiamo che Annamaria Cancellieri prenda le stesse decisioni per tutti gli altri grossi Comuni italiani ove vi siano situazioni analoghe (sospetti di infiltrazioni mafiose, arresti di alcuni consiglieri, avvisi di garanzia) ci aspettiamo uguaglianza nella valutazione e nell’operato.
fmp