Governo: “Dove vogliamo arrivare” !?

Benissimo, di male in peggio, e se proprio vogliamo dirla tutta “ se tutto va’ bene siamo rovinati”…. Cosa? Verrebbe spontaneo chiedersi; le ultime “manovre”, io le chiamerei più che altro VESSAZZIONI, di questo “beneamato” governo tecnico, che di tecnico, a parte il nome, non sembra avere nulla. Un governo sorretto da una camera dei deputati e del senato, dove una buona parte è inquisita, e l’altra non si sa…. Abbiamo un “super-ministro” anche lui non tanto a posto, e mi riferisco a Corrado Passera, è di dominio pubblico e di già commentato il fatto dell’indagine giudiziaria a suo carico. Comunque, tornando a “bomba”, le famose manovre e manovrine cui mi riferivo, sono in primo l’aumento di un punto percentuale delle aliquote IVA che passeranno dal 10% all’ 11% e dal 21% al 22%, quindi altra salassata in arrivo, in secondo la presunta, quasi certa, possibilità che le indennità di accompagnamento e le pensioni di guerra vengano tassate.

La manovra messa in atto dal fisco interessa di certo non pochi cittadini. Se prendiamo ad esempio il solo caso delle prestazioni dell’Inps legate all’invalidità, queste raggiungono quota 2 milioni e 733 mila. L’importo medio è piuttosto modesto, 404 euro mensili, ma le altre cifre potrebbero definirsi da capogiro: pensioni e assegni di invalidità costano 3,8 miliardi di euro l’anno, le indennità di accompagnamento raggiungono addirittura i 12,9 miliardi di euro l’anno. Ed è proprio in quest’ultimo caso che i tagli si faranno di sicuro sentire di più. Se infatti le pensioni e gli assegni sono già commisurati al reddito, l’indennità di accompagnamento viene invece concessa agli invalidi che non possono camminare o hanno bisogno di assistenza per le attività quotidiane a prescindere dal reddito percepito. Da adesso in poi, i beneficiari di queste prestazioni, con redditi superiori ai 15 mila euro, dovranno inserire gli assegni nella dichiarazione Irpef e sottoporli all’imposta.

Perdono poi l’esenzione fiscale, sempre considerati i redditi oltre la soglia del 15.000 euro, le pensioni privilegiate militari, ovvero quelle riconosciute ai militari di leva invalidi per cause di servizio, che finora erano esenti in quanto considerate “risarcitorie”. Allo stesso modo perdono l’esenzione fiscale le pensioni di guerra riconosciute agli ex combattenti, ai partigiani, ai mutilati e agli invalidi di guerra, così come alle vedove e agli orfani, da oggi tutti soggetti a tassazione.  Il tutto si tenta di addolcirlo con l’eventuale abbassamento di un punto percentuale, dei primi scaglioni IRPEF.

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About the Author: Carlo Viscardi