E’ uscito il 4 Ottobbre per Rubbettino “Con gli occhi di un burattino di legno”, l’appassionata e commovente biografia di Antonio Guidi Antonio Guidi, Con gli occhi di un burattino di legno, Rubbettino, pp. 116, Euro 10.
“La vita non è degna di essere vissuta per le occasioni che offre, ma è essa stessa l’occasione”. Questa frase posta a tergo riassume un po’ il senso dell’ultimo libro di Antonio Guidi Con gli occhi di un burattino di legno che Rubbettino lancia da oggi (4 ottobre) in libreria. Si tratta di un’autobiografia di una persona che ha vissuto una vita difficile e irta di ostacoli, quegli ostacoli, non solo fisici, che un disabile incontra ogni giorno lungo il suo cammino, ma che non si è lasciato spaventare cercando di godere appieno di ogni momento che la vita ci regala. E’ un libro appassionato e appassionante che apre il cuore alla speranza e alla gioia di vivere. Sbaglierebbe però chi pensasse di trovarvi storie edificanti e “heartwarming” (per usare un aggettivo molto di moda nei claim pubblicitari americani di questo genere di libri). La disabilità, che pure ha un ruolo da co-protagonista, non è l’oggetto del libro ma è una compagna che cammina a fianco dell’autore che peraltro avverte già nella prima pagina: “La disabilità si può indossare. Se paragonata a un vestito, a volte può soffocare, altre invece sembra talmente cucita addosso da calzare perfettamente. Nel mio caso può essere paragonata a un caldo maglione di cachemire, che accarezza e scalda.” La storia che il libro racconta è, dicevamo, una storia piena di vita, di vita che scorre accanto ai grandi eventi del nostro secondo dopoguerra, da Woodstock, agli anni ruggenti del Piper, dalle lotte a fianco di Basaglia per la chiusura dei manicomi all’amicizia con Karol Wojtyla, dalla delusione seguita all’impegno politico al proposito di lottare ogni giorno a fianco di quei disabili che, meno fortunati, non hanno potuto cogliere a pieno quelle occasioni che, pure, il mondo continua a offrire. E’ un libro da leggere e su cui riflettere, specie in momenti come questi in cui da un lato la spesa per il sociale e per i servizi offerti alle persone con disabilità si assottiglia ogni giorno di più sotto le tanti scuri dei tagli e della spending review, e dall’altro si assiste increduli allo sperpero di danaro pubblico di cui i giornali ogni giorno danno notizia.
Il libro
Ripercorrendo la straordinaria vita di un uomo che ha lottato e ha vinto le sue battaglie, Con gli occhi di un burattino di legno racconta tra le righe settant’anni di storia italiana visti attraverso lo sguardo particolare di uno spettatore fuori dal comune. Dall’immediato dopoguerra al governo Berlusconi, dal palco di Woodstock ai campi profughi del Libano, dall’incontro con Franco Basaglia agli affettuosi scappellotti del grande papa Wojtyla, Antonio Guidi ci prende per mano e ci accompagna, con una trascinante gioia di vivere e un pizzico di malinconia, su una strada che credevamo di conoscere, ma che d’ora in avanti non potremo più guardare con gli stessi occhi. Il suo destino, segnato da una disabilità molto grave per quegli anni, non lo scoraggia. Uomo dotato di grande sensibilità eppure tenace, combattivo in ogni suo tentativo di farsi capire, in una lotta personale e quotidiana con i suoi arti legnosi e incontrollabili che lo fanno sentire un burattino impacciato, Antonio riuscirà a farsi strada nella vita e a costruirsi un’esistenza non soltanto “normale”, ma assolutamente “speciale”. Questo libro è un’autobiografia che tocca il cuore, una storia privata da condividere per comprenderne l’unicità. L’esperienza di un uomo dal volto noto per i media, politico, docente, che sceglie di fare il medico “per cercare di essere meno fesso dei medici che l’hanno curato”. È il racconto di una lotta fisiologica all’impegno civile, spinta dalla costante necessità di avere l’opportunità di sapere quello che si è in un mondo pieno di barriere. “Vivere è sempre un po’ eroico”. Per tutti è così. Per un disabile lo è di più, “perché essere disabili non è bello, dura troppo.”
L’autore
Nato a Roma nel 1945, Antonio Guidi ha saputo coniugare nella sua lunga carriera la vocazione medica e l’impegno politico, ottenendo eccellenti risultati in entrambi i campi. Specializzatosi in Neuropsichiatria Infantile, ha insegnato Psicologia della Disabilità all’università “la Sapienza” di Roma, e nei primi anni Novanta ha sdoganato il tema della disabilità nei talk-show televisivi raggiungendo una grande notorietà, culminata nel 1994 con la nomina a ministro per la Famiglia e la Solidarietà Sociale. Terminata l’esperienza di governo, ha ricoperto dal 2001 al 2006 la carica di sottosegretario di Stato al Ministero della Salute. È autore di numerose pubblicazioni e volumi tradotti anche all’estero.