“Questo nuovo incarico è un impegno sociale e da un lato è certamente un’occasione di crescita per me, dall’altro lato lo vivo come una fatica pensando a quante energie dovranno essere spese per far comprendere l’importanza di aver riportato in Calabria e a Reggio Calabria, Città Metropolitana, la serie A femminile”
L’Avvocato Pasquale Melissari, che è nato e vive tra Reggio Calabria e il resto dell’Italia, affronta una nuova avventura. Proprio in questi giorni è Presidente dell’A.S.D. Olympia 68 Basketball, l’unica società sportiva di pallacanestro in Calabria che milita in un campionato di serie A2.
Il 12 ottobre del 2010 iniziava un nuovo corso per il Basket femminile a Reggio Calabria, il prossimo 6 ottobre 2012 inizia il campionato di A2. Quale il segreto di questo successo?
“Per raggiungere risultati importanti, si ha sempre la necessità di identificarti: chi sei. Poi, di misurati: quanto vali. Ma quello che conta di più: fare esperienza sul campo. Tutto ciò ha certamente un costo, che devi patrimonializzare come capitale sociale e nello sport devi avere tanti amici e pochi conoscenti. I primi sono una risorsa, i secondi un problema. I primi donano ciò che sono e saranno sempre al tuo fianco anche e soprattutto nei momenti di difficoltà, i secondi prendono ciò che hai e misurano tutto in termini di denaro e quindi alla prima turbolenza ti abbandonano e i più furbi ti tradiscono. Il segreto? Motivazione e passione, ma soprattutto un fine etico: restituire in termini sociali ciò che puoi,alla comunità in cui vivi. Questo mix, insieme a scelte e sacrifici condivisi con la propria famiglia, ti consentono di superare i momenti negativi e di trovare sempre nuova energia e la giusta risposta alla domanda: Perché lo fai?”
Molti nella pallacanestro l’hanno conosciuta prima come il papà di Giulia Melissari, poi come il Patron dell’Olympia Basket, ora come il Presidente di una squadra di A. Dell’uomo e del professionista si conosce quasi tutto, ma cestisticamente parlando chi è Pasquale Melissari?
“Nel DNA dei Melissari vi è un quinto elemento (gli elementi del DNA sono quattro): il Basketball. Una mia Zia ha giocato a basketball negli anni quaranta, subito dopo la guerra. Io e mio fratello Gianfrancesco lo abbiamo praticato da ragazzini fino a venti anni, ma lo abbiamo abbandonato per la prematura scomparsa di mio padre che ci ha catapultato immediatamente nel mondo del lavoro ed in quello delle responsabilità; devo dire con buoni risultati e successi con VIOLA, CAP, OLYMPIA e anche una finale nazionale Juniores, ai tempi di Magnifico, Tombolato, Cattini, Gilardi e tanti altri. Diversamente da mio fratello, che è rimasto sempre nel basket maschile contribuendo alla crescita del progetto CAP a Reggio Calabria, sono ritornato a seguire il basket nel 1998, poiché un mio amico che insegnava in una scuola elementare, dove Giulia era iscritta, mi invitò a vedere una partita in cui mia figlia giocava, dicendomi che avrei avuto delle piacevoli sorprese. Così fu! Giulia in quella circostanza si manifestò ai miei occhi di ex atleta, come un vero talento naturale. In verità risvegliò in me interesse e passione, che pensavo oramai cessate. Nel 2010 vennero a trovarmi Mimmo Nucera un vecchio amico dei tempi dell’Olympia maschile e Giovanni Dattola ex Presidente dell’Olympia femminile ai tempi in cui militava in A2 (cfr. anni ’70), i quali mi dissero che l’Olympia dopo 44 anni chiudeva e che forse un mio intervento poteva evitare l’evento. Così fu! Il primo anno il mio ruolo fu quello di coinvolgere tutte le società femminili della Città verso un unico progetto, ma non fu capito, da ciò compresi che dovevo metterci la faccia e sponsorizzare personalmente il progetto. Chiesi aiuto agli amici di sempre, Gigi Rossi, Mimmo Melara ed Enzo Porchi ai quali spiegai quale era l’idea e gli obiettivi che insieme potevamo raggiungere sia sul campo, sia fuori dal campo. In questi due anni oltre loro, ho incontrato uomini che hanno fatto grande la Pallacanestro italiana e non solo, con i quali si è instaurato un ottimo rapporto di amicizia: Dan Peterson, Fabio Fossati, Santino Coppa. Ed ancora la persona con la quale è nato un rapporto di grande stima, amicizia e collaborazione: Fabio Ferlito Presidente della Raimbow Catania. Un uomo di altri tempi, una persona eccezionale a cui tengo molto. Tutti legati da un’unica passione: la pallacanestro. Ognuna di queste persone di cui mi onoro di essere loro amico, sono state sempre preziose per i suggerimenti che mi hanno dato e continuano a darmi. Se siamo in A2 molto lo devo anche ai loro consigli. Oggi diventa importante un mio ruolo di guida e di responsabilità nella linea di comando del Club ed eccomi Presidente dell’Olympia 68 Basketball. Chi è Pasquale Melissari? Sempre … il papà di Giulia Melissari.”
Avvocato, sappiamo che lei è una delle risorse umane che il Governatore Scopelliti ha messo al proprio fianco ed è alla guida di Azienda Calabria Lavoro per dare risposte soprattutto ai giovani calabresi nel campo del lavoro, cosa si può fare per lo sport.
“Stiamo attraversando un momento particolare, che evidenzia come una singola Nazione non potrà risolvere i problemi che sono presenti in questo tempo, ma è necessario essere uniti. In definitiva il fenomeno crisi ci dimostra come lo sport abita l’uomo con i sui valori ed i suoi principi: lealtà, coraggio, tenacia, sfida ai propri limiti, senso dell’appartenenza,rispetto delle regole, rispetto dell’avversario, rispetto di sé stesso. Ed ancora: fratellanza universale, spirito di sacrificio, determinazione, affidabilità, coerenza, costanza, gioco di squadra. In verità, in molte persone tali valori e principi non sono punti di riferimento. Occorrerà sviluppare sempre di più una nuova coscienza ed un nuovo approccio culturale che rafforzi sempre di più in tutti noi questi valori, ma soprattutto i nostri giovani devono essere orientati verso la pratica sportiva. Lo sport è il software dell’essere umano, uomo o donna che sia. Sicuramente occorre investire nello sport per far crescere qualitativamente i nostri giovani, perché la filiera dell’eccellenza inizia dalla pratica sportiva. Per quanto mi riguarda ho suggerito al Governatore Scopelliti ed all’Assessore al lavoro Stillitani, di far inserire una condizione nei bandi dell’occupazione della Regione Calabria: i beneficiari devono donare liberamente mille euro ad una società sportiva per ogni posto di lavoro realizzato con gli incentivi regionali. Così sono stati concretizzate ed orientate verso lo sport risorse private pari a 4.000.000 di euro.”
Risorse economiche importanti. Cosa si può fare per il basket.
“Il basket è il miglior modello di organizzazione competitiva. Chi lo pratica acquisisce delle abilità, che trasferite nel mondo del lavoro consentono di avere un passo in più ed una intelligenza più vivace e più dinamica. Nel basket, purtroppo, siamo all’anno zero. In una intervista di due anni fa rappresentai quanto sarebbe accaduto e gli effetti di tali eventi. Molti Clubs oggi ritornano ai giovani, non perché pensano a loro come una risorsa etica-sociale di crescita del proprio territorio, bensì come una risorsa economica. Noi abbiamo fatto un campionato dove abbiamo giocato 24 partite di cui, 22 vinte, una persa ed una pareggiata. Campionato che abbiamo vinto, conquistando contemporaneamente due promozioni sul campo, prima l’A3 e poi l’A2, con un roster di 9 under indigene, cioè ragazze di Reggio, su una rosa di 12 atlete. In definitiva, la scelta non può essere questa: poiché le giocatrici seniors mi costano di più, utilizzo le unders che mi costano di meno. Queste scelte sono immorali e dannose non solo per il basket ma soprattutto per la nostra società. Di fatto le atlete diventano merce, mentre sono persone e tali anche normativamente per la federazione devono essere considerate. Non bisogna mai dimenticare che sei cittadino di una comunità con diritti e doveri: quella sportiva. Qualsiasi attività dilettantistica deve essere collegata obbligatoriamente ad un progetto di crescita educativa, in quanto al centro del sistema c’è sempre la persona-atleta.”
Cosa propone.
“Intanto, nel basket femminile occorre eliminare le disparità di trattamento che sono presenti nei regolamenti della Federazione, per rendere effettiva l’equiparazione tra uomini e donne. Non è possibile per esempio che se in Città esistono squadre di A1 maschile e femminile la prima è favorita nella scelta dei campi e dell’orario in cui disputare la partita, rispetto alla seconda. All’atleta da parte delle società sportive che svolgono un’attività dilettantistica, deve essere offerto un progetto educativo, anche una borsa con contenuti economici, ma deve servire al futuro dell’atleta. Infatti il più delle volte finita la pratica sportiva avanti con gli anni ti trovi senza quegli skills che ti possono inserire nel mondo del lavoro. E, poi, bisogna eliminare il vincolo sportivo ed i parametri, che sono delle regole medievali e sono una vera e propria vergogna, delle vere e proprie forme di “capolarato”, di schiavitù. Mi domando, perché esistono ancora queste norme,quando in un mondo globalizzato, in un sistema internazionale in cui la libertà e i diritti di scelta soprattutto dei minori vengono riconosciuti come diritti fondamentali, diversamente nel nostro ordinamento sportivo non sono tali. Ed ancora i parametri sono sempre di più una imposta sull’attività sportiva e come tale ritengo che la norma che li disciplina sia quanto meno sospetta di illegittimità costituzionale. E’ ovvio che quando saremo chiamati a corrispondere somme a tale titolo, ricorreremo senza alcuna riserva mentale nelle giuste sedi per eliminare tali vincoli”.
Una rivoluzione.
“Se esistono delle norme nel sistema pallacanestro che devono essere eliminate e/o migliorate, ognuno di noi deve darsi da fare ed agire. Prevenire e sempre meglio che curare un movimento sportivo prima che imploda. E’ il momento delle scelte e delle responsabilità. Per quanto ci riguarda siamo pronti per la costituzione della Lega del Mediterraneo, dove non esistono parametri, né vincoli, né altre tipologie di tasse e dove più di ogni altra cosa sai che il tuo luogo è il Mediterraneo e non un girone che ipocritamente è chiamato Sud ma giocano squadre del nord-italia (Bologna (Nord-Orientale), La Spezia (Nord Occidentale) e da Reggio Calabria, da Ragusa, e da Ariano Irpino e viceversa, devi recarti nelle città più lontane con costi e gestioni non più sopportabili, mentre nel girone Nord le i campi dove giocano le squadre sono facilmente raggiungibili. Perché solo alcune devono sopportare tale disagio, mentre altre no. Se non ricordo male la pari opportunità sportiva è uno dei principi declamati nello Statuto della Federazione. Preferisco far giocare la mia squadra a Barcellona in Spagna, o in Tunisia, in Ucraina, in Egitto ecc. con costi sicuramente inferiori e con la possibilità di utilizzare quante straniere si vuole senza limiti, che ti costano molto di meno delle atlete italiane e, fra l’altro, esprimono un tasso tecnico superiore. E’ una esperienza che abbiamo fatto in serie B regionale, con atlete statunitensi che costavano molto di meno delle italiane, con il risultato che le nostre giovani sono migliorate moltissimo ed hanno anche imparato l’inglese giocando, così come le atlete statunitensi hanno fatto un percorso di studio per imparare la nostra lingua ed apprezzare la nostra cultura. Che senso ha spendere dei soldi per restare in A2 per anni o in A1 e fare da contorno a squadre che solo perché hanno più disponibilità finanziaria, riescono a monopolizzare il mercato o quello che gli economisti chiamano realizzare un cartello oligopolistico. Lo sport dilettantistico è democrazia allo stato puro e tale deve restare.”
Presidente rumors dicono che ha realizzato una partnership con Catania (Serie B) e Priolo (Serie A1) in che cosa consiste.
“Esiste una collaborazione che si dovrà concretizzare in un progetto che vedrà impegnate allo stato tre società (B,A2,A1), i termini sono in progress. Intanto, questi rapporti di amicizia con il Presidente Fabio Ferlito e con Santino Coppa, ci consentirà di confermare Tania Bertan a cui teniamo molto e di ottenere in prestito Mariaclara Catrini una under del ’95 che già abbiamo apprezzato per la serietà e la determinazione, oltre naturalmente per il tasso tecnico, che arriva da Catania via Cervia. Con Catania, poi, faremo l’under19. Il progetto naturalmente è molto più complesso ed aperto anche ad altre società siciliane e calabresi, naturalmente del settore femminile.”
Presidente quali gli obiettivi nel campionato che verrà.
“Ben figurare, far maturare le nostre giovani, consolidare il gruppo già esistente, costruire un team che entro due anni potrà raggiungere l’A1 e poi sognare, naturalmente se sopravviveremo alla crisi.”
Ma tutto ciò non contraddice quello che ha detto prima.
“Prima di tutto siamo Italiani e come tali siamo legati al tricolore ed alle regole della nostra organizzazione federale, però questo non significa non lottare per migliorare criteri, metodi e regole, con l’obiettivo etico di far crescere il movimento e la società civile. Siamo sempre un esempio per i nostri figli e prima di essere presidenti siamo educatori. Io preferisco non aspettare gli eventi ma correre in avanti per anticiparli.” Cestisticamente parlando correre in contropiede.
“Si! Considero il presente l’ombra del futuro. E’ una scelta di vita.”