Si infiamma la protesta antiamericana

Dopo l’attacco al Consolato americano di Bengasi e la morte dell’ambasciatore, si infiamma la protesta antiamericana: dall’Europa ai Paesi islamici continuano senza sosta le proteste contro gli Stati Uniti. Al momento l’allerta massimo resta in Libia, dove le autorità hanno affidato a un pool indipendente di magistrati l’indagine sull’attacco al consolato di Bengasi. Mentre le proteste dilagano in molti Paesi del mondo arabo e islamico.

A Sanaa un centinaia di persone avevano lanciato pietre e dato alle fiamme automobili davanti alla rappresentanza diplomatica per protestare contro un film amatoriale su Maometto prodotto negli Usa considerato blasfemo per l’Islam. In Afghanistan il presidente Karzai ha annullato una visita all’estero per seguire la situazione disponendo il blocco definitivo di YouTube per evitare la diffusione del trailer del film blasfemo. A Teheran 500 giovani si sono radunati davanti all’ambasciata svizzera, che cura gli interessi americani in Iran. In Iraq centinaia di persone sono scese in strada. Una vera e propria detonazione a catena nel mondo arabo, il quale rischia seriamente di scatenare una caccia alle streghe di proporzioni inimmaginabili.

Salvatore Borruto

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