L’Assessore Fedele ha commentato l’elezione dei membri dell’ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale

“E’ stato premiato, grazie al sostegno e alla forte volontà della maggioranza composta da moderati, l’equilibrio istituzionale dell’attuale Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale confermato ieri nella pienezza delle sue funzioni”. L’ha sostenuto l’assessore regionale ai Trasporti, con delega ai rapporti Giunta – Consiglio Regionale della Calabria, Luigi Fedele che, “nel l formulare i migliori auguri di buon lavoro a tutti i membri dell’Ufficio di Presidenza e segnatamente al presidente Francesco Talarico, di cui è apprezzabile il marcato senso di responsabilità evidenziato in più occasioni”, ha inteso fare alcune riflessioni “prettamente politiche, che concernono l’attualità, ma anche – ha spiegato – la prospettiva politica di una regione del profondo Sud che dovrebbe poter contare sull’unità delle forze politiche, moderate e riformiste, per affrontare le gravi sfide del momento. In tal senso – ha argomentato Fedele – i calabresi hanno potuto cogliere ad occhio nudo che, contrariamente alla coesione di cui il centrodestra guidato dal presidente Scopelliti ha dato prova, finalizzata ad evitare ulteriori fibrillazioni nel quadro politico proprio per garantire la stabilità istituzionale all’interno del progetto di rinnovamento della Calabria che dall’inizio della legislatura stiamo concretizzando in ogni settore, le forze politiche d’opposizione sono andate letteralmente allo sbaraglio. Mettendo in primo piano non la tenuta istituzionale di cui si ha un vitale bisogno, ma gli interessi dei singoli partiti o dei gruppi e talvolta persino del singoli, ed agendo non in base ad un coerente disegno politico per svecchiare la Calabria, ma in base a posizioni interne dettate da schematismi vecchia maniera, commissariamenti infiniti e tatticismi tipici del secolo scorso”. “Questa frammentarietà dell’opposizione – ad avviso dell’esponente del Pdl – soltanto fino ad un certo punto può far piacere alle forze della maggioranza, perché nel panorama politico nazionale ed europeo una regione come la nostra, carica di vecchi problemi mai affrontati e perciò in alcuni casi divenuti giganteschi, dovrebbe poter contare sulla compattezza delle sue classi dirigenti per far valere nei tavoli nazionali i crediti storici che la Calabria ed il Sud vantano. Se così purtroppo non è, constatiamo che continua ad esserlo a causa di un’opposizione che seguita a orientarsi mossa esclusivamente da logiche divisorie in parte superate dalla storia ed incapace di fare squadra, sia quando si tratti di fare massa critica nei confronti di un Governo sensibile alle pressioni delle aree ricche del Paese, che quando è necessario agire insieme per tutelare l’immagine e la stessa reputazione di una regione che, sebbene soffra per decine di criticità, vanta un patrimonio culturale e di ricchezze naturalistiche e storiche di primissimo piano”. “Viviamo una fase d’’incertezza molto preoccupante nel Paese e sono del parere – ha concluso Fedele – che soltanto le forze moderate, ricompattandosi nel migliore dei modi possibili, possano individuare la strada giusta per dare un segnale di speranza agli italiani, ma intanto possiamo segnalare che la relazione politica, ormai consolidatasi, nata in Calabria con questa legislatura tra il centrodestra e l’Udc alla prova dei fatti, e spesso di fatti assai delicati sul piano economico e sociale, si rivela proficua, responsabile e promettente in ogni direzione. Non aver scelto di votare il presidente del Consiglio regionale espressione dell’Udc, come hanno fatte le opposizioni, è la riprova di una diversità tra i moderati che stanno provando a cambiare la Calabria e quelle forze politiche che ancora immaginano di poter andare avanti come si è sempre fatto, anteponendo gli interessi dei partiti a quelli della Calabria e le beghe interne ad un progetto, dalle solide radici cattoliche e riformiste che, come l’esperimento calabrese dimostra nettamente, punta a valorizzare il meglio della nostra terra in collegamento col meglio del riformismo cattolico e laico del Paese”.

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