Quasi 382 milioni euro, per l’esattezza 381,9, finiti in appalti irregolari: con questa cifra la Salerno-Reggio Calabria diventa protagonista del più ingente recupero di fondi strutturali nella storia della lotta europea alla corruzione. A certificare il primato è il Rapporto 2011 dell’Olaf, l’Agenzia anti-frode comunitaria, presentato oggi a Bruxelles. Il 2011 si iscrive così negli annali come un anno record per i recuperi (con un totale di 691,4 milioni di euro, di cui oltre la metà provenienti dall’Italia) e lo diventa proprio grazie alle irregolarità legate alla tratta calabrese della A3. “La somma di 381,9 milioni di euro”, spiega all’ANSA il Direttore dell’Olaf Giovanni Kessler, “é stata formalmente recuperata per indagini concentrate su due Programmi di intervento distinti e su diversi anni, ma tutti riguardanti la Salerno-Reggio Calabria : per questo c’é stata un’unica investigazione”. Le indagini dell’Agenzia fanno riferimento alla gestione dei fondi strutturali legati al Piano operativo nazionale per lo sviluppo delle infrastrutture nel mezzogiorno d’Italia, periodo di bilancio comunitario 1994-1999, e al Pon Trasporti del periodo 2000-2006. I due Programmi hanno fatto confluire nel loro complesso “diverse centinaia di milioni di euro” per lo sviluppo del Mezzogiorno, “di questa somma totale”, precisa Kessler, sono state rilevate irregolarità per 381,9 milioni” relative alla A3. “Le attività investigative – spiega ancora il direttore dell’Olaf – sono iniziate nel 2007 e sono durate fino al 2010 in stretta collaborazione con i Carabinieri, la Guardia di finanza, l’antimafia, la Corte dei conti italiana e la procura di Cosenza”. Dalle indagini sono emerse, precisa il direttore dell’Olaf, “moltissime irregolarità”, legate agli appalti delle opere, “tra cui anche un evidente caso di conflitti di interessi”. Alla chiusura delle indagini, l’Olaf ha chiesto alla DG Regio, la Direzione generale della Commissione UE responsabile per lo sviluppo regionale e la gestione dei fondi strutturali, “di recuperare o non pagare” i 381,9 milioni. Soldi che erano già stati spesi e che quindi lo Stato italiano è stato obbligato a restituire alla Ue nel 2011, con conseguente aggravio per i contribuenti. “La lotta alle frodi diventa ancor più cruciale in questo periodo di crisi e di necessità di recuperare delle risorse per la crescita”, ha spiegato sempre Kessler presentando il rapporto 2011 della sua Agenzia. Grazie a questo recupero il 2011 è stato un anno record per l’Olaf, capace di far rientrare complessivamente nelle casse comunitarie 691,4 milioni di euro malspesi in fondi strutturali (524,7 milioni) e agricoli (34), in frodi doganali (113,7) e legate alla cooperazione internazionale (17,5), alle spese amministrative (0,8) e di personale della Ue (0,6) e nella lotta al traffico di sigarette e materiale contraffatto (0,1). Un risultato 10 volte superiore a quanto fatto nel 2010 (67,9 milioni)
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