21\08\2012 – Svolta in Birmania. La censura preventiva di tutti i mass-media termina dopo oltre mezzo secolo di applicazione ferrea. Il regime del Myanmar ha annunciato la notizia attraverso un comunicato del ministero per l’Informazione, ponendo fine ad un’oppressione e una stampa pilotata che rimaneva in piedi dal lontano 1962, con l’avvento al potere della giunta golpista guidata dal generale U Ne Win. L’apertura concessa, riflette il nuovo corso del governo birmano, il quale è divenuto a guida civile e non più militare, anche se guidato da un militare a riposo. Questo è stato l’apice di una serie di aperture, che hanno portato alla scarcerazione di diversi prigionieri politici e reclusi, oltre alla liberazione di Aung San Suu Kyi, insignita nel 1991 del premio Nobel per la Pace. Nonostante le aperture degli ultimi tempi, gli Stati Uniti, per bocca del nuovo Ambasciatore in Birmania, Derek Mitchell, non si fidano ancora: «I progressi registrati nell’ultimo anno in Birmania rimangono fragili, a fronte delle ripetute violazioni dei diritti umani e dei possibili legami militari con la Corea del nord. Crediamo ancora che ci sia una maggioranza di persone nel Paese e nel governo impegnata a far progredire il Paese, ma non credo che nessuno si faccia illusioni sul fatto che ci saranno molte difficoltà, molte battute di arresto e non un chiaro cammino verso il progresso».