Il MSI-Fiamma Tricolore di Reggio Calabria giorno 9 alle ore 18.00 si ritroverà a Piale (frazione di Villa San Giovanni) presso la Stele in memoria del giudice Antonino Scopelliti, barbaramente ucciso nel 1991 in un agguato mafioso, per commemorare attivamente ed attraverso una propria umile e sobria celebrazione alla quale tutta la cittadinanza è invitata a partecipare, questo importante magistrato ad ormai ventuno anni dalla sua tragica scomparsa. Sono diverse le motivazioni che ci hanno indotto a scendere in prima persona anche in occasione di questo evento significativo, ma ve n’è soprattutto una.
Da diversi anni è stata ribadita con forza la necessità, nonché la correttezza, che la figura di questo grande uomo sia oggetto di maggior considerazione e rispetto, non solo da parte delle istituzioni, ma anche e soprattutto della società civile. Nonostante, infatti, il grande impegno e l’eccezionale attività che hanno caratterizzato la sua vita da magistrato, e pur considerando la sua elevata statura morale, il giudice Scopelliti non gode della stessa popolarità che, invece, contraddistingue molti altri suoi colleghi, soprattutto coloro che formarono il famoso pool antimafia siciliano.
Pertanto, i militanti della federazione reggina del Msi-Fiamma Tricolore hanno deciso di fare proprio l’invito lanciato e dare il proprio contributo attivo e concreto, in quanto crediamo che la presenza pubblica sia, innanzitutto, almeno da un punto di vista simbolico, il giusto e doveroso tributo nei confronti di un grande uomo del quale, non solo noi reggini, ma l’intera Italia deve andare orgogliosa. E poi, come accennato, era un reggino, ma uno di quelli che la città la hanno onorata, davvero amata, ed ottimamente rappresentata, non derisa, offesa o mortificata con comportamenti indegni e deprecabili. Un uomo di cui andare fieri, un punto di riferimento. Ma il 9 agosto, in realtà, rappresenta un qualcosa che va ben oltre la semplice, quanto importante, commemorazione di un uomo. Questa importante giornata, in cui si celebrerà un uomo dall’elevata statura morale, in cui si esalteranno valori come la giustizia e la legalità, fa da contraltare ad un periodo cupo e pericoloso che, soprattutto negli ultimi mesi, ha reso molto più incandescente la realtà in cui viviamo.
Tutti siamo a conoscenza degli ultimi sviluppi delle recenti indagine della magistratura e delle forze dell’ordine che continuano a confermare gli stretti legami tra la politica, la mafia e l’imprenditoria. Le perquisizioni e, dunque, le indagini, vanno ben oltre, nel loro significato, al dato investigativo e mettono in evidenza una situazione che ormai sta diventando insostenibile e ferisce sempre di più la nostra bellissima terra, a dispetto delle immense risorse di varia natura di cui dispone e che potrebbero renderla una del le zone più sviluppate ed avanzate d’Europa.
Oggi è come se Reggio Calabria fosse rappresentata da una bilancia in cui da una parte il vile danaro e la ricerca smodata di potere e ricchezza riuscissero costantemente a vincere il peso di valori come la giustizia, l’onestà e la legalità che rischiano di trasformarsi, se non si sono già trasformati, in contenitori vuoti, parole cariche di demagogia ma prive di applicazione pratica. Verrebbe da convincersi che gli spazi di vera libertà e trasparenza siano ormai davvero pochi, mentre interi settori della politica, delle istituzioni, dell’economia sono interamente corrotti e malati. Verrebbe da convincersi in questo senso, ma, fortunatamente, c’è chi si è paradossalmente convinto che ancora non tutto sia perduto e che probabilmente un qualcosa di diverso può essere costruito, con l’impegno costante di tutta la parte sana e pulita della società civile, che probabilmente deve imparare ad unire le forze, senza sguardi all’indietro e senza preclusioni politiche o peggio ancora ideologiche.
Gli steccati, le barriere, le divisioni rappresentano il nostro peggio nemico e, parimenti, il miglior amico di chi vorrebbe ridurre questa terra, in modo definitivo, ad un ammasso di polvere e cemento senza futuro. Proprio sulla base di queste motivazioni noi militanti del MSI-Fiamma Tricolore abbiamo deciso nei giorni scorsi di lanciare un nuovo messaggio alla città. “AmaReggio”, un messaggio di speranze ed una spinta positiva che consenta di convincere tutti i reggini che l’idea di costruire un tessuto economico nuovo, libero e concorrenziale non è un’illusione; che ci consenta di capire che la realizzazione di un apparato istituzionale ed amministrativo che rispecchi realmente le esigenze della collettività e che riesca a sfruttare efficacemente le potenzialità della nostra terra, è realizzabile se i meccanismi burocratici prendono nella giusta e dovuta considerazione la partecipazione attiva e responsabile del cittadino, affiancata dalla presenza costante delle forze dell’ordine e dall’azione di controllo e di garanzia delle stesse insieme con la magistratura; infine che consenta di ottenere la consapevolezza che per cambiare serve l’impegno di tutti ed un profondo esame di coscienza dell’intera collettività. Perché, come è stato scritto, e come ribadiamo sempre, se la ‘ndrangheta è cosi forte, probabilmente, anzi sicuramente, è perché le circostanze storiche, nonché il benestare della politica e l’accettazione della collettività, lo hanno consentito.
In conclusione e, tornando, al prossimo 9 agosto. Questa giornata può rappresentare questa istanza di sano rinnovamento. Sicuramente per noi militanti del MSI-Fiamma Tricolore dovrà restare scolpita nella nostra memoria, come un marchio indelebile, per tanti motivi. In una città malata, che rispecchia fedelmente un’Italia malata, retta da logiche opportunistiche e clientelari ed interessi di piccoli gruppi, spesso e volentieri occulti, i militanti del MSI-Fiamma Tricolore per il futuro assumeranno l’impegno concreto, con tutti i mezzi a loro disposizione, di fare in modo che il nome, il ricordo e l’azione del Giudice Scopelliti non rimangano a conoscenza di pochi, ma trovino sempre maggiore spazio e diffusione all’interno dell’opinione pubblica, in primo luogo reggina, ma anche nazionale. Diventerà questo per noi un impegno morale ineludibile, espressione di civiltà e soprattutto di giustizia nei confronti di un grande uomo la cui morte, per certi versi, può essere considerata addirittura più inquietante e premonitrice di quelle di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Come è noto, infatti il magistrato reggino avrebbe dovuto rappresentare, in Cassazione, l’accusa nel maxi processo a Cosa Nostra, istruito proprio da Falcone e Borsellino.
Ed è per questo che venne ucciso. Recentemente l’inchiesta sull’omicidio del giudice Scopelliti è stata riaperta anche in base alle rivelazioni del pentito Antonino Fiume, ex killer della cosca De Stefano che avrebbe indicato mandanti ed esecutori del tragico delitto consumato all’interno del locale di Campo Calabro, retto dal boss Antonino Imerti, nemico storco dei De Stefano. I collaboratori di giustizia hanno sempre parlato di una cortesia, una favore, che la ‘’ndrangheta fece a Cosa Nostra. In cambio i capi della mafia siciliana sarebbero intervenuti per facilitare la fine della seconda guerra di ‘ndrangheta e sancire la pace tra le famiglie in lotta. Noi crediamo a questa verità, cosi come crediamo che l’omicidio del giudice rappresenti il primo atto della vergognosa trattativa tra Mafia e Stato. Una trattativa che ha visto l’eliminazione di Scopelliti in quanto visto come ostacolo al realizzarsi della stessa giacché rifiutò persino diversi tentativi di corruzione. Basta solo questo per mettere in evidenza la statura di quest’uomo e la necessità di considerarlo come un esempio su cui costruire un nuovo percorso sul fronte del contrasto alla criminalità organizzata.
Luigi Iacopino – responsabile Fiamma Reggio Giovani