Gli operai non sono macchine ma persone, con una propria dignità e che contribuiscono alla ricchezza del Paese creando valore e rendendo produttive le aziende con la loro manodopera, non sono strumenti “usa e getta” a seconda del momento. Questo però pare essere ormai stato dimenticato nell’Italia democratica e antifascista fondata sul(lo sfruttamento del) lavoro. Accade cosi che a Reggio Calabria ben 36 persone con famiglie a carico, questo mese di agosto rimarranno a casa senza uno stipendio. Sono i lavoratori della ex-SIMMI, operai altamente specializzati in lavorazioni elettriche fondamentali per la produttività delle ex officine OMECA che al loro interno non dispongono a sufficienza di tali figure professionali proprie. È stato un anno molto travagliato il 2012 per i lavoratori della società ex-SIMMI, ditta che eseguiva lavorazioni elettriche di incentrato per AnsaldoBreda. Prima in cassa integrazione per diversi mesi, poi la liquidazione della loro ex azienda che li ha lasciati per qualche mese senza un lavoro finché gli stessi non sono stati riassorbiti come interinali da AB con contratto in scadenza a fine luglio. Ed adesso l’ennesima beffa: il mancato rinnovo del contratto con la speranza di poter rientrare in stabilimento solo nel mese di settembre e sempre da precari. Un’incredibile vergogna escogitata per non pagare lo stipendio agli operai nel mese di agosto: evidentemente Reggio Calabria è una città, secondo il management di AB, in cui si dà da mangiare alla propria famiglia per 11 mesi l’anno. Lo stesso stipendio, accompagnato da liquidazioni milionarie, per anni non è stato però negato a quei dirigenti incompetenti, perchè di questo parliamo, che hanno gettato AB, gruppo a compartecipazione statale, in una crisi nerissima ed ancora senza spiraglio di soluzione nonostante operi in un settore in pieno sviluppo a livello mondiale e con prodotti all’avanguardia! Questa è l’Italia del 2012 dove il lavoratore è solo un oggetto da sfruttare per la realizzazione dell’utile massimo (che in questo caso corrisponde alla tasche dei manager nominati dalla politica) in barba ad ogni scopo sociale che un’azienda dovrebbe pure avere tenuto conto della realizzazione del profitto per l’imprenditore. Quello che è ancor più grave è che ciò accade in una città dove di lavoro se ne sente parlare solo per le varie “chiusure e cessione attività” o per gli affari della ‘ndrangheta. E ciò che questi signori, sulla carta grossi manager e competitor industriali, fanno non è forse istigazione a delinquere? Ed allora crediamo non sia più possibile assistere silenti a questo stato di cose, alle continue umiliazioni dei lavoratori, alle continue delocalizzazioni all’estero nella piena complicità dei sindacati. Occorre che la politica in prima persona si occupi di lavoro e dei lavoratori, ma soprattutto occorre che la politica, quella seria che nulla ha a che vedere con festini o ruberie di rimborsi elettorali, torni sovrana rispetto all’economia, ai suoi meccanismi e con essi agli attori che la interpretano i quali stanno dimostrando in questi anni di crisi non essere stati capaci, ancora una volta, di autoregolarsi. E’ necessario dunque che lo Stato torni ad essere forte controllore e regolatore dei rapporti tra le parti così come lo è stato in passato. Questa sarà la strada che seguiremo se un giorno la fiducia della gente arriderà al nostro sodalizio; fino ad allora non possiamo che limitarci a manifestare la nostra piena solidarietà ai tanti lavoratori oggetto di soprusi come in questo caso i lavoratori della ex-SIMMI.
Dott. Luca Taveri
Addetto Stampa Reggio Calabria
Movimento Sociale Fiamma Tricolore