Intervista Pasquale Iracà dopo il Tartacamp

E´ andata in archivio anche questa edizione del TartaCamp. Il resoconto di questa intensa settimana di basket giovanile con l’organizzatore Pasquale Iracà: “Il tutto è stato reso possibile grazie alla collaborazione del comune di Brancaleone, con l´assessore allo sport Gianni Leggio, della Pro Loco con Carmine Verduci e dell’ASI di Tino Scopelliti. La presenza di Gaetano Gebbia e di uno staff molto qualificato, con istruttori provenienti da tante altre realtà italiane, ha fatto sì che i ragazzi vivessero una settimana di approfondimento sui fondamentali unica nel suo genere. Abbiamo confermato i numeri dello scorso anno con tanti atleti provenienti dalla Sicilia, dalla Calabria, dal Lazio, dalla Basilicata, dalla Lombardia; un risultato non indifferente visto lo stato di crisi generale che sta attanagliando la maggior parte delle famiglie italiane. Non è mancata l´attenzione alla natura e all´ambiente che caratterizza il Tartacamp, con la visita al centro di recupero per le tartarughe Caretta Caretta che ha sede a Brancaleone. Molto curiosi e attenti, i ragazzi hanno rivolto tante domande alla dottoressa Irene Cambera del centro Tartanet.

Il centro di recupero svolge un´attività encomiabile sul territorio dell´alto jonio reggino, a volte troppo dimenticato dalle istituzioni che invece dovrebbero sostenerlo e promuoverlo”. Tanti ragazzi coinvolti e la conferma che, se stimolati, le nuove leve non sono insensibili al fascino della pallacanestro: “Concordo appieno. I ragazzi si sono impegnati tantissimo sui campi in situazioni non molto agevoli per via delle elevate temperature. Abbiamo avuto un riscontro molto positivo, segno che se si lavora con professionalità e si toccano gli argomenti giusti sono loro, i ragazzi stessi, che ti trascinano con il loro entusiasmo.” E´ importante unire l´attività sportiva a quella ludica per i ragazzi più giovani?” E´ fondamentale, ma lo è a qualsiasi età. Fare qualcosa divertendosi credo non abbia prezzo, vale per i ragazzi ma a maggior ragione per gli adulti. La pallacanestro è un gioco e deve sempre mantenere questa sua peculiarità ludica a qualunque livello si pratichi. Se un bambino/ragazzo non si diverte nel fare attività sportiva prima o poi smetterà di praticarla.” Un commento di Iracà sulla stagione della Scuola Basket Viola di cui è stato il responsabile tecnico in quest´ultimo biennio: “Senza dubbio positivo.

Abbiamo iniziato a costruire qualcosa d´importante non tralasciando quanto già di buono c´era all´interno del Settore Giovanile Viola, raggiungendo traguardi che non pensavo fossero alla nostra portata in così poco tempo. Abbiamo raddoppiato i numeri dei praticanti, soprattutto nelle fasce più piccole che rappresentano il futuro di qualsiasi realtà sportiva e allo stesso tempo abbiamo valorizzato qualche ragazzo che magari il prossimo anno potrà entrare a far parte della rosa della prima squadra. Nell´ultima stagione abbiamo raggiunto la finale regionale in ben 4 categorie e partecipato alla C regionale, ben figurando, con i ragazzi dell´under 17. Assieme alla Pallacanestro Catanzaro rappresentiamo, nuovamente, il riferimento giovanile per il movimento calabrese.” Le prospettive future di Iracà: “Al momento tutte da definire. Mi piacerebbe completare il lavoro appena iniziato nel Settore Giovanile della Viola e di questo stiamo discutendo assieme al direttore generale Gaetano Condello.

C´è convergenza di vedute, si tratta solo di definire qualche dettaglio sul lavoro da portare avanti ma sono fiducioso sul prosieguo. Il mio auspicio è che finalmente si realizzino quelle sinergie (Jolly, Vis, ecc.) di cui si sente parlare da qualche anno ma che poi si sciolgono come neve al sole quando si tratta di darvi concretezza. Ritengo di aver dato e ricevuto tanto nei miei 18 anni di militanza neroarancio, qualsiasi cosa accada sarà sempre per un ulteriore crescita della società. Le persone possono far la differenza ma solo all´interno di un progetto vincente, altrimenti sono destinate a fallire miseramente.”. Un pensiero sull´attuale momento del basket calabrese a trecento sessanta gradi: “Vado un po´ controtendenza. Il basket Calabrese ricalca pienamente il movimento nazionale. E´ fin troppo semplice prendersela con la FIP , le Leghe, le regole, i parametri, senza che nessuno s´interroghi su quanto è nelle proprie possibilità per incidere sul sistema. Ognuno di noi può fare qualcosa. Bisogna piangersi un po´ di meno addosso e rimboccarsi le maniche all´insegna di una ritrovata passione e voglia di mettersi in gioco.

I ragazzi vanno coinvolti e portati in palestra, abbiamo necessità di far crescere il numero di persone, in varia veste, che s´interessano al nostro mondo altrimenti, rischiamo di implodere. Per far questo servono dirigenti preparati e animati da passione vera. Poi viene tutto il resto in modo consequenziale: istruttori competenti, strutture adeguate, comunicazione positiva, risorse economiche, ecc. Se riuscissimo a ragionare nell´interesse comune, forse capiremmo che in questo momento la cosa più utile è unire le forze per il raggiungimento di questi obiettivi; dopo ci sarebbe spazio per la sana competizione ed il confronto nel rispetto delle singole identità societarie.

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About the Author: Giuseppe Dattola