Che la stangata fosse nell’aria, lo si avvertiva da diverso tempo. Il premier spagnolo Mariano Rajoy, all’indomani della prima tranche di aiuti del salvataggio europeo (circa 30 miliardi di euro), ha annunciato la manovra “lacrime e sangue” per cercare di salvare il paese dal baratro. Una vera e propria batosta che ha colpito soprattutto i dipendenti statali iberici, i quali si sono visti tagliare la propria tredicesima. Ma non finisce qui. Il piano correttivo di risparmio messo a punto dal governo spagnolo prevede altri tagli drastici in tutti i settori. Proviamo a fare luce su questa nuova manovra spagnola. Dal punto di vista delle cifre 65 miliardi di euro in due anni: in assoluto la sforbiciata più micidiale mai conosciuta dal Paese dopo l’addio di Franco. Scorrendo poi gli interventi puntuali: aumento dell’Iva finora al 18% e che passerà al 21%. Quella ridotta passerà invece dall’8 al 10%. Poi il dolorosissimo capitolo taglio delle quattordicesime: «Il taglio sarà applicato a tutto l’organico della amministrazione centrale, locale e regionale (ossia a 3, 2 milioni di lavoratori) e chiedo di estenderlo anche a deputati e senatori» ha detto Rajoy alla tv. La terza grande mazzata, è invece destinata al salario di disoccupazione, che dura 2 anni. A partire dal sesto mese i disoccupati percepiranno il 50% (non più il 60%) dell’ultimo stipendio. La decisione colpirà duramente il Paese che registra il maggior tasso di disoccupazione d’Europa, il 24%. Inoltre se tutto questo non bastasse, Rajoy ha preannunciato un piano di liberalizzazioni che porterebbe alle casse statali altri 30 miliardi di Euro, investendo tutti i settori strategici del paese.
Salvatore Borruto