Economia Politica

Dopo un periodo di pausa forzata, dovuto a problemi tecnici relativi alla connessione Internet, ricominciamo a curare questa rubrica dedicata all’Economia. Riteniamo di fare cosa gradita ai nostri cinque lettori nel rivisitare con linguaggio semplice, com’è d’altronde nello spirito di questa collaborazione, alcuni concetti economici fondamentali.

Cominceremmo proprio dal significato della parola Economia e delle sue accezioni, vale a dire di tutte quelle espressioni semantiche in cui la parola Economia viene usata. Economia politica, Microeconomia, Macroeconomia, Politica economica, Economia aziendale, e così via: ogni volta la parola assume un significato diverso, indica un qualcosa di caratteristico. Ma esiste sempre un comune denominatore: lo studio di quelle attività che l’Uomo pone in essere per soddisfare i propri bisogni. Dunque, è così: la parola Economia si accompagna con i Bisogni dell’Uomo, con una caratteristica fondamentale: che, mentre i bisogni dell’Uomo sono molteplici ed illimitati, sa nello spazio che nel tempo, i beni che soddisfano questi bisogni sono limitati, e nel tempo e nello spazio. Ecco perché nascono i concetti di Utilità, di Prezzo, e di Massimo rendimento con il minimo sforzo, di cui parleremo volta per volta.

Se vogliamo cominciare, quindi, con l’Economia politica, possiamo – anzi: dobbiamo – cominciare con il concetto di Bene. In dottrina economica, un bene è qualsiasi cosa che sia idonea a soddisfare un bisogno e che sia disponibile in quantità limitata. L’utilità è l’attitudine che un bene possiede a soddisfare un bisogno umano. Numerose sono le classificazioni che si possono fare a proposito dei beni. Durevoli – non durevoli: i beni durevoli sono quelli che forniscono la loro utilità in più occasioni (un’automobile, un macchinario industriale, …), non durevoli sono quei beni che esauriscono la loro utilità in una sola occasione (un rasoio usa e getta, il parere di un avvocato, …). Presenti – futuri: un bene presente è disponibile nell’attualità e nel medesimo contesto temporale fornisce la sua utilità, un bene futuro offrirà la sua utilità nel futuro (gli esempi più comodi per questa distinzione stanno nel settore agricolo: si possono acquistare i frutti di una pianta anche mesi prima che questi siano maturi sull’albero). Complementari – sostituibili: i beni complementari sono quelli che devono, o possono, essere usati insieme ad altri beni (la benzina verde per l’autovettura, i bottoni per una camicia, nel senso che un bottone da solo, sulla mia scrivania, non soddisfa nessun bisogno), mentre i beni sostituibili sono quelli che possono essere sostituiti da altri beni, conferendo la medesima utilità (burro e margarina, …). Diretti – indiretti: i beni diretti sono quelli che vengono usati direttamente per soddisfare un bisogno (ho fame: mangio un panino), mentre i beni indiretti sono quelli servono a procurarsi altri beni con cui soddisfare i propri bisogni (sono detti anche beni strumentali: macchinari industriali, materie prime, …).

Quindi, ricapitolando: l’Economia è quella meravigliosa scienza che studia le attività che l’Uomo pone in essere per procacciarsi i Beni, che sono quelle “cose” che possiedono l’Utilità, ossia sono capaci di soddisfare i bisogni umani. Il modo con cui l’Uomo, da sempre, si è procacciato i beni, apre uno studio affascinante, di carattere storico e socio – antropologico, e ci porta a comprendere meglio le vicende attuali. È davvero interessante ragionare su come l’Uomo sia passato, nel corso dei secoli, dalla raccolta spontanea dei frutti della Terra all’attività agricola; dalle semplici attività di scambio dei beni, alla produzione di semplici oggetti, fino alle complesse attività industriali; dalle più elementari attività di cambiavalute, alle banche, fino alle più complesse operazioni finanziarie che stanno caratterizzando – sovente in negativo – le economie dei nostri Paesi in questi nostri difficili tempi.

Prof. Giuseppe Cantarella

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