“La piena cittadinanza delle donne nella Chiesa è di là da venire”. A sostenerlo è don Armando Matteo, giovane teologo, autore del volume “La fuga delle quarantenni. Il difficile rapporto delle donne con la Chiesa”, edito da Rubbettino, in questi giorni in libreria. “E’ un tema da mettere all’ordine del giorno – sostiene Matteo – non è un dato di fatto. Nonostante il lungo e insistito magistero di Giovanni Paolo II e dell’attuale Pontefice circa il ‘genio delle donne’, ha ragione la madre domenicana Suor Viviana Ballarini, presidente dell’Usmi, l’organismo in cui convergono gli ordini religiosi femminili in Italia – nel riconoscere che oggi dalle donne cristiane si vuole solo un servizio spicciolo, concreto, e mai le si lascia sedere ai tavoli dove si pensa o si programma. E il fatto stride maggiormente, se si prende in considerazione la realtà per la quale le donne italiane sono al giorno d’oggi dotate di una preparazione culturale assai elevata. In Italia, su cento laureati 60 sono donne”. “Il problema qui sollevato – prosegue il teologo – è destinato a diventare sempre più urgente. I ritardi della vita parrocchiale media infatti stanno provocando una sorta di vera e propria ‘fuga’ delle donne dalla Chiesa. Come ho potuto mostrare nel mio recente saggio su donne e Chiesa, quest’ultima sta perdendo rapidamente i contatti e la stima proprio delle giovani donne: delle ventenni, delle trentenni e delle quarantenni. La ragione d’urgenza è presto detta, d’altro canto. Da almeno due secoli sono le donne la forza e la fortezza silenziosa della comunità credente. Sono loro che principalmente trasmettono la fede ai piccoli, sono loro che con straordinaria generosità portano a compimento numerosi ministeri ecclesiali, sono loro che soprattutto con la scelta della consacrazione religiosa imprimono, anche a livello ufficiale, un volto complementare alla Chiesa”.