Si può imparare qualcosa di prezioso e di indispensabile sulla vita a bordo di una piccola barca a vela in mezzo al mare?Qualcosa che non si può capire da nessun’altra parte e in nessun altro modo? Quanta gente si può incontrare in un percorso di diecimila miglia in barca a vela? Tantissima….! Gente che non si rivedrà più,o magari persone che poi diventano grandi amici! Sicuramente è gente che vive tra terra e mare,che vive di acqua salata,di porti poco affollati d’inverno( per fortuna perché se i porti fossero affollati anche d’inverno la loro magia svanirebbe),di voglia di cambiare barca come altri cambiano macchina. E quante domande lungo il passo svelto e alcune volte dondolante delle onde…:Cosa succede nel mondo? Dove sei stato? Hai incontrato persone indimenticabili?Come vanno le cose nei luoghi che hai visitato? Vale la pena di andare così lontano? La terra è rotonda ed ospita tanti paesi e via mare l’incanto di raggiungere un porto sicuro è come vedere un’oasi nel deserto,ma allo stesso tempo quando si giunge a destinazione la voglia è quella di tirar nuovamente l’ancora ! La voglia di partire è coraggio, coraggio di lasciarsi tutto alle spalle e vagabondare, coraggio che nelle traversate a vela aumenta. In questo libro, B.Larsson risponde a queste domande direttamente,rinuncia alla finzione letteraria che il mare per natura regala, per esprimere le sue riflessioni sulla vita,come la si vede dal pozzetto e dal ponte di una barca a vela. Senza fissa dimora ha navigato nell’Atlantico e nel Mare del Nord, tra Scozia,Irlanda,Galles, Bretagna, Galizia ed Ebridi, guidato dai venti e dalle tempeste,da albe e tramonti,e dal bisogno di libertà, dai condizionamenti,dalle strutture mentali imposte dalla società,dal cartellino da timbrare. Lo stimolo è il salpare e capire che il mare è realtà. Il mare ti spiega come tutto sia incerto,e ti aiuta ad accettare quello che spesso non riesci a capire,ti aiuta ad arrivare alla conclusione che la vita è tutta una questione di vie di mezzo e di compromessi; questa consapevolezza però viene vista tra le righe come una sconfitta,invece il segreto sta proprio in questa risposta onesta! La via di mezzo è ricordarsi ogni tanto che il mare sembra un sogno tanto si è vicini alla realtà. La nostra vita,come le avventure in mare è fatta di continui cambiamenti senza preavviso, è fatta di velocità e di distanze,di incontri e di abbandoni,di felicità e dispiaceri,se si è affannati tutte queste cose si vedono in modo confuso,ma se si è apatici ed indifferenti poco importa quali orizzonti scivolino nei nostri giorni; bisogna anche voler tenere gli occhi aperti ( per guardare la “via di mezzo”).E bisogna fare i conti con la solitudine;non ci sono parole per descriverne il peso,e chi vive in mare lo sa bene; la forza del blu è quella di far compagnia in completo silenzio,ti dice che sei perso e sei l’unico essere umano tra le onde increspate e devi cavartela da solo,così da apprezzare in futuro il valore e l’unicità di ogni persona che incrocia il tuo cammino. Per i marinai la tempesta è un’esperienza esaltante, pura eccitazione, la solitudine è la vera paura, sia per i marinai spiriti vagabondi e sia per l’uomo comune. Quante lezioni di vita questo mare! C’è chi lo vede solo come scenario romantico di notti bagnate dal vino,c’è chi lo vede come aspirazione di vita,altri lo vedono come grande “uomo”da cui poter imparare a vivere. Vivere davvero,senza sprecare attimi per assaporare gli istanti e raccontarli un giorno comodamente sul divano,sempre che si abbia voglia di sedersi su un divano dopo aver fatto dei propri occhi valigie piene di paesaggi! L’unica patria in questo diario di bordo è il movimento,e il pensiero che cattura la mente è quello di voler più vite , o di voler essere solo un alito di vento. Il desiderio di viaggiare è l’aspirazione più profonda dell’uomo,una volta soddisfatte quelle della fame e dell’amore,e tra le pagine di questo “saggio sulla vita in mare” il messaggio arriva chiaro e forte! Credo che i sedentari affliggano un po’ la vita reale perché fondamentalmente siamo circondati da eccessivo buon senso e concretezza ,segnali che allontano dalla felicità,per questo una volta respirata bisogna tenersela stretta. Un pizzico di felicità conosciuta in mare non potrà mai essere dimenticata e basta a riempire i polmoni fino alla fine. “Andare a vela è un modo molto lento di viaggiare, viaggiare a vela vuol dire ricordare. Si ha semplicemente il tempo di ricordare quel che passa sul cammino….”:Da Capo dell’Ira alla Fine del Mondo…. Buon Vento e Buona lettura.
“Il nostro ideale non dovrebbe essere la bonaccia che può trasformare il mare in una palude;e nemmeno l’uragano,ma il grande e forte aliseo,pieno d’impeto e di gioia,salubre e vitale:un’eterna e costante boccata d’aria” (Harry Martinson, Kap Farval.)
Annamaria Milici