“La Merkel dice che l’Italia ce la fa, ma l’Italia ce la fa non perché lo dice la Merkel”. Questa frase, che sembra pronunciata da un leader estremista in un rigurgito di nazionalismo, è invece stata pronunciata dal nostro “premier” Mario Monti al Teatro Arena del Sole di Bologna, naturalmente in un boato di applausi, in un altro intervento ribadisce questo concetto affermando che : “l’Italia non intende finire sotto il (tallone) della troika composta da Fmi, Bce e Commissione Ue; ce la farà da sola, senza avere soldi dalla Germania” altro discorso populista per raccogliere applausi e consensi dalla folla, che sinceramente non sono poi molti dato che fuori dal teatro a contestarlo cerano i centri sociali molto numerosi in quella regione. Ritornando alla realtà, gli intervistatori gli chiedono sulla situazione greca, risponde che confida in un voto pro-europa, perché un’uscita dall’euro porterebbe ad effetti concatenati che colpirebbero anche il nostro paese, indorando l’amara pillola con la possibilità di farsi portavoce per un’eventuale dilazione dell’austerity imposto dalla TROIKA, dal FMI e dall’UE, cosa che potrebbe andare giù storta a quei paesi che hanno già ricevuto la visita di questi enti e che non hanno avuto voce in capitolo sulla faccenda, dovendo solo dire di sì e basta, alle imposizioni esterne, vedi Portogallo ed Irlanda. Sappiamo gia’ che la Spagna ha accettato l’aiuto UE, e che al nostro paese costerà il 20% del finanziamento totale ad un tasso di interesse del 3%, quando grazie al signor Monti ed al giochino perverso dello spread il nostro paese per ottenere questi denari, dovrà promettere un interesse pari al 7%… Facendo due conti siamo in perdita del 4% già in partenza… Altri debiti in arrivo? Il premier afferma che l’Italia dovrà continuare sulla linea del rigore, niente diminuzione della pressione fiscale, sì a riforme del lavoro e per la crescita naturalmente senza aumento della spesa, con la promessa di fare una ricognizione sulla questione “ESODATI”, ma come si puo’ dare un incentivo alla crescita se non ci sono spese? Sarebbe come pretendere che un campo di grano cresca e renda una gran mole di messe senza che sia concimato, impossibile!!! Perchè non recuperare i fondi necessari alla crescita ed all’allentamento della pressione fiscale attingendo alla vendita, e non SVENDITA, di parte del patrimonio immobiliare pubblico lasciato al macero ed alla decadenza a causa di fondi inesistenti? A noi italiani, non resta che stare affacciati alla finestra e vedere cosa ne verrà fuori, in primo dal voto greco, in secondo dalle varie e famose riforme che vengono sventolate ai 4 venti da più di sei mesi, ma che, a parte la riforma delle pensioni (che possiamo affermare un flop, nel senso che più che punti di domanda ed incertezze non ha portato) e il famoso decreto “SALVA ITALIA”, non vedono luce, a partire dal DDL ANTICORRUZIONE che da parole del presidente Fini : “difficilmente la legge vedrà la luce in questa legislatura” cercando di salvare il salvabile, o almeno quello che ci è rimasto da salvare…