Sette autobombe sono esplose nella giornata di ieri in Iraq. Gli ordigni sono stati piazzati a Hilla nel sud del Paese, e cinque a Bagdad, dove si sono verificate anche diverse sparatorie. La maggior parte delle vittime sono pellegrini sciiti, che si trovavano a Bagdad per prendere parte a una cerimonia religiosa.
Nella cittadina di Hilla le autobombe (due) sono esplose a poca distanza l’una dall’altra, nelle vicinanze di un ristorante. Le vittime sono state 22, e 38 i feriti. La breve distanza della detonazione, denota un chiaro piano terroristico dietro gli eventi, una vera e propria pianificazione. A Bagdad invece le autobombe (cinque) sono state piazzate perlopiù in autoveicoli, e a seguito degli scoppi sono partite una serie di raffiche di arma da fuoco leggere. La dinamica delle autobombe è stata ricostruita dagli inquirenti: la prima deflagrazione si è verificata intorno alle 5 di mattina nel quartiere di Taji, provocando sette vittime. Dopo poche ore altre tre esplosioni hanno colpito altrettante processioni di sciiti in diverse parti di Baghdad, uccidendo almeno 13 persone. Un’altra autobomba è stata piazzata a sud del paese, precisamente nella cittadina di Karbala. L’ordigno è saltato in aria attorno alle 8 del mattino provocando tre 3 e 22 feriti.
A nord di Bagdad invece, nella città sciita di Balad, due autobombe sono deflagrate contemporaneamente mentre i pellegrini si muovevano verso la capitale. Quattro i morti, 34 i feriti. Una vittima anche a Haswa, 50 chilometri da Bagdad. Una vera e propria escalation terroristica verso le minoranze religiose presenti in Iraq. Il tutto mentre Bagdad si prepara alla celebrazione sciita della morte del settimo dei 12 Imam, Moussa al-Kazem, prevista per il 18 giugno.
Salvatore Borruto