E’ di pochi giorni fa’ la notizia per cui, presto, nelle scuole italiane, negli uffici pubblici e nei tribunali, si potranno vedere scritte in Romanes, lingua degli “zingari”, in televisione ed alla radio saranno possibili ascoltare e vedere nuove emittenti in questa lingua; come sara’ possibile ci si domanda? La risposta è presto detta, gli onorevoli Matteo Mecacci (Radicali) e Jean Leonard Touadi (Pd) hanno proposto di inserire le lingue parlate dai Rom e dai Sinti, le due etnie zingare maggiormente presenti sul nostro territorio, tra quelle riconosciute e tutelate in ambito nazionale.
La norma, nonostante il parere contrario del governo, è passata con la maggioranza dei voti in commissione, naturalmente gli unici contrari erano i leghisti ,ed ora la discussione passera’ al voto parlamentare. Buone le possibilita’ che la linea pro-Rom passi e che il popolo zingaro abbia tutti i benefici del caso. Nel nostro paese, le presenze accertate di questa popolazione è di un numero compreso fra le 150 e le 200 mila, sparse su tutto il territorio nazionale a differenza di tutte le altre minoranze che si concentrano in specifiche zone geografiche, vedi ad esempio la lingua Walser in Valle D’Aosta, oppure per l’Occitano in Liguria, od il Catalano in Sardegna ecc… ecc… ecc… Al contrario delle altre minoranze negli ultimi anni sono fiorite decine di associazioni Rom e Sinti fra cui le maggiori due sono la Federazione Rom e Sinti, il cui presidente Yuri Del Bar afferma che non vogliono parlare di Integrazione della popolazione ma di Interazione, affermando che la fiorente nascita di decine di associazioni è dovuta al fatto che si sentono discriminati e ghettizzati.
La Lega Nord è contraria a questa proposta di legge ed all’atteggiamento di buonismo nei confronti di questa popolazione, giustamente per voce dell’europarlamentare Matteo Salvini, afferma di avere gia’ pronta un’interrogazione da presentare a Bruxelles, affermando che le minoranze Lombarde e Venete vengano, giustamente riconosciute, dato che sono originarie della nostra nazione.
Gli fa’ eco l’onorevole De Corato (Pdl) che afferma: “Non votero’ mai questa legge in parlamento, se si devono riconoscere delle minoranze bisognerebbe dar la precedenza ai veneti ed ai lombardi. In Italia i Rom hanno creato poca integrazione e molti problemi…”
Come dare torto a queste affermazioni quando, guardando in un qualsiasi campo di Rom o Sinti, che dir si voglia, si puo’ vedere solo degrado, analfabetismo che portano nelle maggior parte delle volte alla microcriminalità all’alcoolismi ed alla tossicodipendenza, per poi sfociare nella grande criminalita’ organizzata.
Basta vedere l’operazione portata a termine dalle forze dell’ordine nel bresciano e piu’ precisamente tra Soiano, Puegnago e Padengo, dove dei nullafacenti e senza reddito potevano vantare ville, proprieta’ terriere e macchine di gran lusso, tutte acquistate con denari provenienti da truffe, raggiri ed imbrogli.
Le politiche finora seguite dai vari governi destano non poche perplessita’, e dall’altra parte c’è il rifiuto da parte di questa popolazione di integrarsi e di vivere seguendo le regole di questo paese.
Quindi com’è possibile che possa esserci anche un’interazione con la nostra societa’ se a priori c’è un rifiuto di aderirci? Che fare? O come fare? Qui entrano in gioco il legislatore e la politica, che dovrebbe guardare alla popolazione e non solo al proprio tornaconto elettorale.