Prosegue la repressione in Siria. Un altro massacro, l’ennesimo, ha avuto luogo nella città di Hama. I numeri non danno adito a dubbi: almeno 55 civili uccisi, ma c’è chi parla di 86 vittime e chi addirittura di 100. Una vera e propria mattanza che prosegue senza sosta nel paese di Assad.
Mentre cresce la pressione affinché Assad lasci, il caos regna sovrano: gli osservatori dell’Onu mentre stavano per entrare ad Hama sono stati “accolti” da raffiche di arma da fuoco. Tutto questo è stato denunciato dal capo delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon, il quale ha definito la strage di mercoledì “scioccante e riprovevole”. Stessa posizione per l’inviato della Lega Araba Kofi Annan, il quale ha riferito il proprio sentimento di orrore e condanna per il gesto.
La situazione appare senza via d’uscita, anche per colpa dell’oltranzismo di Russia e Cina, che escludono attraverso il veto incrociato un eventuale intervento armato per cercare di ristabilire la pace per una popolazione allo stremo delle forze oramai.
Salvatore Borruto