La libertà, obiettivo imprescindibile nella vita di ognuno soprattutto ultimamente,riesce a conciliarsi con le regole che impone la società? Riusciamo sempre a comportarci in maniera educata anche quando siamo in preda ai nervi, o quando non sopportiamo il nostro interlocutore? Siamo sempre disposti a regalare un sorriso quando invece vorremmo soltanto lasciarci andare ad insulti e colorate affermazioni (poco eleganti)? Siamo umani,e ciò che abbiamo insieme all’istinto è anche la ragionevolezza, quella che usiamo giornalmente, quella che è lo specchio del nostro mondo interiore. Comportamenti riguardanti episodi importanti o meno rivelano quello che siamo,sia se stiamo apparecchiando la tavola, sia durante una conversazione,sia sul posto di lavoro, ad una festa,ad un’occasione speciale o a ricorrenze poco piacevoli come i funerali. Non sempre siamo capaci di sfoderare la nostra parte migliore,spesso non sappiamo neanche come comportarci in alcune situazioni,non sappiamo riconoscere il confine di ciò che è permesso,e di ciò che non lo è. E in tutto ciò ci si potrebbe chiedere: “ E il galateo che ruolo ha in tutto questo?” Qualcuno potrà osservare che non saranno certo certi “clichè” ad aiutarci,a migliorarci! Questo è un periodo nebuloso, non c’è stabilità,nessuna certezza,poche sicurezze e molte preoccupazioni,figuriamoci se si può perdere tempo dietro il “Bon ton”! Eppure credo che la “forma” nella giusta dimensione possa aiutarci a vivere meglio o comunque ad alleggerire certi episodi giornalieri. Il segreto sta nel non sentirsi soffocati dalle parvenze, e allo stesso tempo non fare della forma un ostacolo o un recinto,riuscire insomma a trovare il famoso equilibrio che tutti cerchiamo. Le buone maniere non devono essere un espediente per dividerci in “buoni” o “cattivi”,in “aristocratici” o “poco educati”,piuttosto devono avere il compito di regalarci un po’ di armonia, facendoci riflettere sui limiti dei nostri impulsi che spesso confondiamo con la spontaneità,ma che gli altri non percepiscono come tale. Il galateo al di là delle regole su come comportarsi in famiglia, sul come vestirsi in certe occasioni, sul come sedersi a tavola, sul come affrontare le visite e cosa portare quando si è invitati,sul come conversare,sull’importanza del saluto e delle presentazioni,sul come gestire i rapporti di lavoro e tra i conoscenti, è molto di più o semplicemente il galateo è una parola gentile quando si ha bisogno di riceverla, è un’attenzione improvvisa che lascia senza fiato l’altro,è una casa accogliente che fa sentire “l’ospite” un “non ospite”,è la comprensione per un errore involontario, è un SORRISO DOVE CI SI ASPETTA INDIFFERENZA. Piccole regole tacite e non,che dovrebbero ricordarci un valore assoluto: il rispetto per chi ci circonda. Un atteggiamento , un comportamento o un gesto, vengono analizzati nell’immediato, e se è vero che la prima impressione è quella che conta e che la vita è fatta di attimi, dovrebbe essere semplice riuscire a mettere in atto piccoli accorgimenti. Ma di contro si potrebbe obiettare: che l’apparenza inganna e che non sempre ciò che sembra è! Io credo che quando si è educati ( educazione nel termine più esteso possibile non in riferimento a formalità), quando si “sente” l’altro interlocutore, non si può fingere perché ciò che è dentro di noi lo è anche fuori,ciò che non si possiede dentro, piano piano all’esterno si esaurisce anche se si immagazzinano nozioni comportamentali da manuale. Il galateo inoltre dovrebbe servire ad esternare quello che una società civile ha da insegnare,accantonando un po’ questioni psicologiche ed esistenziali sul come vivere il rapporto con noi stessi e puntando l’attenzione sui rapporti con gli altri. Tutto ciò sembra un invito ad essere omologati,pieni di schemi e strutture mentali,sembra che sia sempre necessario mantenere una sorta di autocontrollo plastico,invece è proprio l’abitudine al contegno( quello che non ci rivela per quello che siamo )che il galateo suggerisce di abbandonare. Quanto è apprezzata e disarmante la naturalezza di una persona senza maschera ,che con delicatezza dice ciò che pensa senza turbare le orecchie di chi ascolta. Anche questa virtù però ha delle controindicazioni. Vivere in maniera semplice ma essendo attenti ai particolari sarebbe sorprendente, ma in attesa della “perfezione” piccoli consigli quotidiani che ci allontanano dai tormenti (quando dobbiamo presenziare a grandi occasioni,o quando dobbiamo scegliere regali o semplicemente quando dobbiamo conversare)sono tutti racchiusi in un piccolo grande libro. E se ogni tanto perdiamo le staffe o siamo in imbarazzo,sfoderiamo le armi migliori che abbiamo.
Buona lettura.
Annamaria Milici