17 febbraio 1992, giorno che cambiò la faccia politico/culturale del nostro paese, dove grandi e piccoli politici vennero spazzati via e tramontarono dalla scena politica, sotto le sferzate dei colpi dell’inchiesta chiamata poi “MANI PULITE”. 2012, 20 anni dopo, oltre che ad essere l’ultimo anno del calendario maya ( forse un presagio? Staremo a vedere…) ricade l’anniversario del ciclone giudiziario, mediatico e politico denominato anche come Tangentopoli, dove si arrivò ad un ricambio della classe politica molto forzoso e che oggi sembra ripetersi e di essere tornati punto e a capo. 20 anni fa si ritiravano dai riflettori della politica de facto grandi nomi sia di destra che di sinistra come l’onorevole Achille Occhetto, l’on. Arnaldo Forlani. Antonio Gava, e chi non può dimenticare Bettino Craxi, Mino Martinazzoli ed altri politici di grosso calibro che hanno retto le sorti del nostro “bel paese” nel bene e ne male, però con il buon gusto e la delicatezza di eclissarsi dalla scena politica e pubblica appena in odore di indagine giudiziaria, lasciando il passo e la scena alle novità di quel momento che sembravano piene di promesse e garanti di rinnovamento e cioè l’allora Lega Lombarda e quell’embrione di movimento poi divenuto partito, l’allora “Forza Italia”. Passano gli anni, il tempo scorre (sembrano le parole di una famosa canzone di Celentano), e come tutta la storia umana, sembra che il copione del ’92 si stia ripetendo, o forse non si è mai del tutto esaurito, se prima la scena era occupata da grandi professionisti della politica e di un certo spessore culturale in favore di personaggi, che (edulcorando il concetto) non si sono dimostrati all’altezza dei compiti e delle cariche affidategli, ora sembra che l’avvicendamento ricada su un movimento fondato e capeggiato da un comico di professione, Beppe Grillo. Molti diranno e penseranno che almeno sappiamo dove andremo a finire, ma vediamo bene gli sviluppi e la piega che sta’ prendendo questa storia. Si sono appena concluse le prime tornate delle elezioni amministrative, paragonabili alle elezioni di meta’ mandato USA; oltre che ad un’aumentata percentuale di astensionismo, si è visto un incremento, se non il cosidetto “BOOM” del Movimento 5 Stelle. 5 Stelle stà a significare i 5 punti fondamentali su cui si fonda questo movimento e sono: (1°) Energia Pulita, (2°) Acqua Pubblica, (3°) Internet Libero, (4°) Rifiuti Zero e Riciclaggio Spinto, (5°) Piste Ciclabili.
Begli ideali e propositi, molto ecologisti e pseudo “populisti”, ma opinabili come tutte le argomentazioni di questo mondo.
Comunque sta’ di fatto che a parte il palese fallimento del latitante 3° Polo, e l’emorragia di voti del centrodestra, il centrosinistra non è riuscito a catalizzare l’opinione pubblica su di se e gli indecisi ed i delusi della situazione politica italiana, hanno votato per i “GRILLINI” e IDV. Vendola leader di S.e.L. (sinistra e libertà) rende onore al merito di Grillo e dei suoi accoliti, riconoscendo “una capacità di radicamento a cui dobbiamo guardare con attenzione ed esprimere rispetto”. Dall’altra parte del centrosinistra abbiamo D’Alema, e con lui la musica cambia come per tutto il PD, definendo, i risultati del M5S (movimento 5 stelle) e dell’uomo Grillo con sommo disprezzo, : “un mix tra il Gabibbo e il Bossi prima maniera, mancando solo il famoso motto Roma Ladrona” vedendo “una pericolosa deriva populista e qualunquista che ha tutti i peggiori difetti dei partiti senza raggiungerne le qualità”, sciorinando un’analisi politico/elettorale in cui si evince un PD “stravincente”… Un copione analogo viene interpretato da tutti i leader PD da Bersani alla Finocchiaro…; e da ultimo, ma non da meno, però fuori copione, diciamo outsider, arriva il commento/battuta (tra lo stizzito e l’infastidito) del nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che alla domanda sulle sue impressioni del “BOOM” del M5S, afferma che di “BOOM ricorda solo quello economico degli anni ’60 e non ne vede altri”; subito replicato da Grillo che afferma : “L’anno prossimo si terranno le elezioni, e subito dopo sarà nominato il successore di Napolitano, che potrà godersi il meritato riposo. Se il M5S farà “BOOM”, il prossimo presidente non sarà un’emanazione dei partiti”. Certo sembra proprio di essere tornati indietro di 4 lustri, ma con l’aggravante di una crisi finanziaria di proporzioni mondiali, con una classe politica latitante e di basso profilo, per la maggior parte inquisita e con poche alternative se non una il M5S, che sembra per ora catalizzare il malcontento dominante e la mancanza di fiducia nella politica di professione. Certamente il popolo è sovrano, le sue decisioni vanno rispettate e non si discutono, e si spera che questa nuova “moda” possa rivelarsi non passeggera e più fruttifera della passata stagione politica, e che si possa riavere una classe politica degna di questo nome con dei profili sia umani che professionali di tutto rispetto; perché la gente sì ha bisogno di ridere, ma non per le uscite dei vari personaggi pubblici. Sperando che questo presunto rinnovamento o “cambio della guardia”, che dir si voglia, riporti in auge persone serie e che pensino al bene del paese e non solo al loro e non come sosteneva un grande saggista come Henry Louis Mencken affermando che : “se l’esperienza ci insegna qualcosa, ci insegna questo: che un buon politico, in democrazia, è tanto impensabile quanto un ladro onesto”.