Marò è giallo sulla prova balistica dei fucili

L’Italia incassa il pieno appoggio del G8 sulla situazione dei propri Marò agli arresti in India. È questo quanto fatto sapere dal Ministro degli Esteri Giulio Terzi a margine della ministeriale G8 in corso a Washington. Secondo il titolare della Farnesina: «Ho avuto dai colleghi del G8 una piena comprensione e condivisione di quelli che sono i principi che l’Italia afferma in modo inequivocabile in questa vicenda. Mi sono riferito esplicitamente alla questione dei nostri Marò detenuti nel Kerala e alla questione della Enrica Lexie ferma ancora nel porto di Kochi e al personale militare che viene ancora trattenuto a bordo dell’unità. Ho voluto sollevare questo tema sottolineando in particolare quelle che sono le preoccupazioni del governo italiano sul piano dell’interpretazione della giurisdizione». Ma adesso è giallo sulla perizia balistica fornita ed eseguita dagli esperti indiani. Secondo il pool di investigatori che si sta occupando delle armi a bordo della Enrica Lexie il Forensic Sciences Laboratory appunto, le armi che hanno ucciso il 15 febbraio i due pescatori indiani sono due fucili Beretta Arx-160 in dotazione ai fucilieri del reggimento San Marco.   La cosa che appare molto strana è il fatto che a bordo della nave italiana quel tipo di armi non erano proprio presenti. Gli ARX-160 sono fucili d’assalto nuovi assegnati solo per le valutazioni ad alcuni reparti tra i quali le forze speciali, i paracadutisti della Folgore e il Reggimento San Marco che ne ha alcuni per la sperimentazione ma non li ha ancora adottati. A bordo della petroliera erano presenti solamente dei fucili Beretta AR 70/90, modello in servizio nelle forze armate italiane dai primi anni ’90. Dunque come è possibile che l’agenzia che si è occupata della perizia abbia fatto un errore così madornale? Appare difficile che tutto l’impianto accusatorio si possa basare su una perizia fatta su armi che proprio a bordo il 15 febbraio scorso non c’erano. Inoltre appare molto strano che dei periti esperti non riconoscano un’arma dall’altra considerato che tra i due prodotti Beretta vi sono vistose differenze di forma, dimensioni e peso. Intanto la responsabile del dipartimento di balistica N.G. Nisha ha confermato i risultati delle prove condotte su otto armi. Secondo lei: «Dopo aver esaminato i proiettili recuperati dai cadaveri delle vittime abbiamo stabilito che sono compatibili con le rigature delle canne di due fucili».

Salvatore Borruto

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