E’ arrivata la perizia dei sanitari sul killer della strage di Utoya in Norvegia. «Sano di mente e quindi penalmente responsabile», è questo il responso che si legge sulla carte dei periti nominati dal tribunale. Quindi Anders Behring Breivik presto sarà processato come capace di intendere e volere lo scorso 14 di luglio, quando durante un blitz terroristico uccise 77 persone. La controperizia è arrivata nella giornata di ieri, ribaltando completamente la prima di qualche tempo fa, che aveva descritto il profilo mentale di Breivik come «psicotico, schizofrenico e paranoide». Bisogna precisare che per adesso questa controperizia ha solamente valore indicativo, e non è vincolante per il processo in corso, ma sarà sicuramente un punto di partenza importante per la cancellazione dell’infermità mentale sancita in precedenza, e per la condanna di questo losco personaggio estremista. Per adesso le vie che si potrebbero aprire di fronte al killer sono due: se venisse dichiarato incapace, per Breivik si spalancherebbero le porte dell’internamento psichiatrico, mentre se la perizia avrà esito negativo il carcere aspetterebbe il killer di Utoya. In entrambi i casi si tratterebbe di una detenzione a vita. «Non sono pazzo, merito una medaglia al valor militare, liberatemi subito. Contro il multiculturalismo e l’invasione musulmana dell’Europa, l’esercito norvegese avrebbe dovuto isignirmi della “Croce di Guerra a tre spade”», queste le parole di Breivik, il quale come si può percepire, non ha accennato in questi mesi a nessun pentimento, nonostante l’isolamento in cui è stato tenuto, e nonostante sia stato fatto tornare in catene ad Utoya, il teatro della macabra tragedia architettata proprio da lui.
Salvatore Borruto