Non è tardata ad arrivare la risposta di Papa Benedetto XVI al movimento “disobbediente” austriaco, che ha annunciato la nomina alla carica di sacerdote anche delle donne. Secondo il Pontefice di Roma: «La disobbedienza, la richiesta di ordinazione delle donne non sono una via per rinnovare la Chiesa, resta la necessità di conformarsi a Cristo anche nella situazione spesso drammatica della Chiesa di oggi». È questo il Ratzinger pensiero, pronunciato davanti ai fedeli nel corso della messa del Crisma celebrata nella basilica di San Pietro. Il movimento nato in Austria, ha trovato terreno fertile nella vicina Germania, in Belgio e Irlanda. Il primo atto ufficiale è stata una lettera, firmata da circa 300 sacerdoti, i quali chiedono disobbedienza e riforme radicali alla Chiesa. A capo del movimento monsignor Helmut Schueller, 59 anni, parroco di St. Stephan nel villaggio di Probstdorf, già in passato a capo della Caritas austriaca e vicario generale del cardinale arcivescovo di Vienna Christoph Schoenborn. Per adesso Benedetto XVI ha lasciato intendere che non cederà a spinte distruttive dal basso, dichiarando inoltre: «Di recente un gruppo di sacerdoti in un Paese europeo ha pubblicato un appello alla disobbedienza, portando al tempo stesso anche esempi concreti di come possa esprimersi questa disobbedienza, che dovrebbe ignorare addirittura decisioni definitive del Magistero, ad esempio nella questione circa l’ordinazione delle donne, in merito alla quale il beato Papa Giovanni Paolo II ha dichiarato in maniera irrevocabile che la Chiesa, al riguardo, non ha avuto alcuna autorizzazione da parte del Signore. La disobbedienza è una via per rinnovare la Chiesa? Vogliamo credere agli autori di tale appello, quando affermano di essere mossi dalla sollecitudine per la Chiesa; di essere convinti che si debba affrontare la lentezza delle istituzioni con mezzi drastici per aprire vie nuove, per riportare la Chiesa all’altezza dell’oggi. Ma la disobbedienza è veramente una via?».
Salvatore Borruto