La leader dell’opposizione e premio nobel Aung San Suu Kyi è stata eletta ieri in parlamento in Birmania, terra nella quale il regime militare autoritario ha la maggioranza politica e che in passato aveva condannato la donna e l’aveva costretta agli arresti domiciliari. Il voto espresso dal paese sembra netto, fiducia incondizionata al partito d’opposizione NLD (Lega Nazionale per la Democrazia) che in molte province sembrerebbe abbia superato il 60 % dei consensi. Questa netta affermazione del partito di Suu Kyi potrebbe convincere l’occidente che qualcosa sta cominciando a cambiare anche nel piccolo paese asiatico e quindi indurre ad allentare le misure di sanzioni internazionali contro il paese che viola spesso le norme fondamentali in materia di libertà personali. Il popolo adesso si aspetta tanto forse anche troppo dalla neo-parlamentare Suu Kyi la quale avrebbe già espresso il desiderio di vole cambiare la costituzione birmana che al momento garantisce ai militari il 25 % dei seggi , ovviamente la cosa ha innervosito e non poco il generale Min Aung Hlaing , capo delle forze armate che ha già dichiarato di voler difendere la carta costituzionale. Insomma piccoli segnali di apertura alla democrazia arrivano dal piccolo stato asiatico che fanno ben sperare gli occidentali che cominciano a sottrarlo alla forte influenza cinese, certo la strada verso la democrazia è ancora molto lunga e ricca di ostacoli.
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About the Author: Fabrizio Pace
Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.