L’insostenibile vita quotidiana

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In questi giorni, chi apre la busta paga o si reca in banca per vedere se c’è stato l’accredito della pensione, si trova una “bella” sorpresa, l’ennesima decurtazione dovuta all’entrata in vigore dell’aumento dell’addizionale IRPEF regionale, che varia a seconda della tipologia di stipendio e di altri fattori. Questo “salasso” si va’ ad aggiungere al continuo e costante stillicidio di aumenti e nuovi balzelli, che continuiamo a vedere ogni giorno, che notiamo nel continuo e costante aumento del costo dei carburanti, e dal ritorno, nel prossimo giugno, di una tassa invisa a tutti, l’ ICI, o meglio ora si chiamera’ IMU (Imposta Municipale Unica).Imposta che andra’ a colpire tutti gli immobili, dalla prima casa al box etc. etc. etc….L’imposta sara’ calcolata con nuovi parametri, in modo tale da assicurare, allo stato, un maggior gettito d’entrata, andando a cambiare, o meglio, rivalutando l’estimo catastale degli immobili e non piu’il numero di vani della casa ma i veri e propri metri quadrati.

Ad aggiungersi, a queste continue belle novità, ci sono le ormai quotidiane notizie di suicidi o tentati tali, di piccoli imprenditori, che trovatisi in mezzo a questa crisi economica, non avendo alcun aiuto dalle istituzioni, non vedendosi rinnovati i fidi sui conti, o negati piccoli prestiti per poter far fronte a pagamenti di stipendi, o per pagare cartelle esattoriali, decidono di farla finita, rinunciando al bene supremo della vita, al posto di essere additati come falliti , con la prospettiva di una vita da “miserabili”e come protesta verso questo sistema fiscale vessatorio ed opprimente, che sicuramente non ci porterà fuori dalla crisi, anzi… Purtroppo il futuro che ci si aspetta non è dei più rosei, ad ottobre ci si paventa un’altra bella sorpresa, l’aumento di due punti dell’ Iva che passera’ dall’odierno 21% al 23%, quando in Germania è ancora al 19%, nonostante la crisi e dove in altri paesi europei non viene ritoccata minimamente dalle finanziarie.

Ci si domanda come sia possibile una prospettiva di crescita sia a breve che a lungo termine, vedendo che la pressione fiscale è salita al 55%, ed è di oggi la notizia che le prossime bollette della luce avranno,nella media nazionale, un aumento del 9,8% mentre quelle del gas dell’ 1,8; e dove le prospettive di pensionamento, e quindi di “liberazione” di nuovi posti di lavoro, vengono prolungate di anno in anno con invecchiamento della popolazione lavorativa ed aliquote sempre minori.

L’unica cosa da fare è sperare che per bilanciare questo spropositato ed iniquo aumento di tassazione, ci sia un controbilanciamento in servizi e ristorni alle famiglie, cosa molto improbabile, e auspicare in una repentina svolta in positivo di questa crisi, con le banche che riaprano i “rubinetti” del credito alle piccole imprese ed alle famiglie, in modo da contribuire materialmente alla ripresa dei consumi e dare una scossa all’economia. Ma una cosa viene in mente continuando a pronunciare la parola speranza e i suoi sinonimi, un vecchio adagio dei nostri nonni che dice: “CHI VIVE SPERANDO….” ( a buon intenditor…)

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