La Spagna si è fermata. Nella giornata di ieri uno sciopero generale di otto ore, proclamato dai sindacati di base iberici, ha letteralmente bloccato il paese. Motivo della protesta la riforma del lavoro varata il mese scorso dal governo di centrodestra del premier Mariano Rajoy. Si tratta dell’ottavo sciopero generale spagnolo proclamato dopo la caduta del franchismo. Nonostante i problemi in terra spagnola, anche in altre parti d’Europa si sono sentiti tutti i disagi della protesta iberica. Aerei a terra verso le destinazioni spagnole, da e per la penisola, numerose le cancellazioni. A Fiumicino, per rimanere a casa nostra, diversi i voli soppressi da e per Madrid, Malaga, Barcellona, Valencia.
Sul fronte interno spagnolo trasporti interni totalmente bloccati: treni, aerei, trasporti urbani hanno funzionato solamente per i servizi minimi concordati fra sindacati e amministrazione centrale, regionale e locale. Nelle prime ore della giornata sono scattati picchetti di sciopero ovunque. Nelle principali città sono stati bloccati gli accessi ai mercati all’ingrosso. Diversi scontri e tafferugli fra manifestanti e forze dell’Ordine, le quali sono intervenute per cercare di mantenere la calma. Fonti della Polizia spagnola parlano di 58 persone sono fermate e sette feriti leggeri, sei dei quali poliziotti. Questo momento di tensione è il primo vero banco di prova per il Governo spagnolo, insediatosi lo ricordiamo solamente 98 giorni fa. Dopo pochi giorni in sella il premier Mariano Rajoy ha dovuto far fronte a una manovra da quasi 20 miliardi di euro, la seconda dopo quella da 15 miliardi varata già il 30 dicembre, presa dal governo per rispettare l’impegno preso con Bruxelles di ridurre dall’8,5% del 2011 al 5,3% a fine anno il deficit pubblico.
Salvatore Borruto