Nuova Zelanda

07\03\2012 – La Nuova Zelanda si estende a Sud – Ovest dell’Australia su di un arcipelago composto da due isole principali, denominate Isola del Nord ed Isola del Sud. La sua capitale è Wellington, ma l’insediamento più importante è sicuramente Auckland. Come per l’Australia, anche la Nuova Zelanda fu possedimento britannico, e conquistò l’indipendenza nel 1947. La sua popolazione è composta da discendenti dei colonizzatori bianchi, e da indigeni maori. L’economia della Nuova Zelanda sta facendo registrare, in questi ultimi anni, positivi tassi di crescita del Prodotto Interno Lordo reale. Un indicatore macroeconomico molto significativo per l’economia neozelandese è il rapporto Debito Pubblico/PIL, che si aggira in questi anni intorno al 30 %. Solo la disoccupazione mostra valori che inducono alla riflessione, con una cifra intorno al 7 %. L’inflazione si aggira intorno al 3%. Negli ultimi trent’anni l’economia neozelandese, in passato prevalentemente agricola, si è orientata progressivamente verso l’industria e il settore terziario. Dalla metà degli anni Ottanta il governo ha gradualmente abbandonato il protezionismo economico iniziale, in favore di una politica di apertura e deregolamentazione allo scopo di incentivare la crescita economica, anche se ciò ha provocato un aumento della disoccupazione. L’agricoltura costituisce un’importante fonte di ricchezza del Paese. Infatti, nonostante solo il 7% del territorio neozelandese sia coltivato, le fattorie neozelandesi sono tra le più produttive al mondo. Le principali colture sono quelle cerealicole (frumento, orzo, mais) e frutticole (famose nel mondo le loro esportazioni di mele e kiwi). Un altro settore in via di sviluppo è la viticoltura. L’allevamento è poi un’altra attività fondamentale: i mercati della lana di pecora e del latte bovino costituiscono un punto saldo dell’economia neozelandese. Le attività estrattive riguardano carbone, lignite, ferro, pietre calcaree e oro. La Nuova Zelanda è inoltre ricca di fonti energetiche: oltre all’energia geotermica dell’altipiano vulcanico, numerose sono le centrali idroelettriche costruite lungo i fiumi, che forniscono il 59% dell’energia elettrica prodotta nel Paese. Dagli anni ‘70 l’estrazione del gas naturale è poi divenuta alquanto significativa. Il 22% della forza lavoro è occupato nell’industria. Oltre all’industria agroalimentare spiccano i settori cartario, chimico, petrolchimico, metallurgico, tessile, del legno, automobilistico, dei componenti elettrici e tipografico. Per quanto concerne il turismo, è in forte crescita ed è ormai una voce importante dell’economia neozelandese, con un afflusso concentrato maggiormente nel periodo invernale. L’economia neozelandese dipende poi in ampia misura dal commercio. Fino agli anni Settanta il più importante partner commerciale era il Regno Unito e l’esportazione si limitava essenzialmente a carne e prodotti caseari. Dopo l’ingresso del Regno Unito nella Comunità Europea (attuale Unione Europea) la Nuova Zelanda dovette affrontare il protezionismo dei paesi occidentali e iniziò a effettuare scambi con Australia, Giappone, Stati Uniti. Nel corso degli anni Novanta i più importanti partner commerciali sono l’Australia, il Giappone, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, anche se negli ultimi anni sono aumentati gli scambi anche con alcuni paesi del Pacifico, come la Cina, l’Indonesia e la Malaysia. I prodotti agricoli ed i generi alimentari costituiscono gran parte delle esportazioni. Vengono invece importati soprattutto componenti e apparecchiature elettriche, autoveicoli, petrolio grezzo, prodotti plastici, chimici e farmaceutici e metalli.

Prof. Giuseppe Cantarella

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