Riecco Silvio Berlusconi. Dopo un lungo periodo di silenzio, l’ex premier torna a rilasciare dichiarazioni concedendo, la settimana scorsa, un’intervista all’Efe, agenzia di stampa spagnola. L’oggetto della discussione è stato l’attuale premier, Mario Monti, e l’articolo 18 di cui si parla tanto negli ultimi giorni. Berlusconi, dunque, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni sul suddetto articolo: «L’articolo 18 non può essere un tabù, se ne deve poter discutere. A suo tempo noi proponemmo di modificarlo almeno per i nuovi assunti, ma la reazione, soprattutto dei sindacati, fu furibonda». In effetti, pochissimi giorni prima delle sue dimissioni da presidente del Consiglio di fine ottobre scorso, Berlusconi aveva dato disposizione al ministro del Lavoro di preparargli una riforma dell’articolo 18, ma non ci fu tempo di presentarlo poiché il governo cadde. E adesso che il suo successore si batte per infrangere il «tabù» dei licenziamenti, il Cavaliere scende in campo a dargli una mano. «Alla fine – ha dichiarato Berlusconi nella medesima intervista – quest’idea di modifica dell’articolo 18 è tornata. Produttività, crescita e occupazione, così come la fiducia dei mercati e degli investitori internazionali, dipendono in gran parte dalla riforma del nostro sistema di relazioni lavorative». Lo stesso Berlusconi ritiene che Monti e la Fornero siano due discepoli che stiano semplicemente completando la sua opera interrotta da cause di forza maggiore. E parlando ancora del professor Monti, il Cavaliere ha voluto precisare: «Fui io a indicare Monti nel 1994 come Commissario Europeo e a confermargli la fiducia per il secondo mandato. Conosco bene la sua serietà e competenza, e gli sono al fianco con lealtà. Il professor Monti si trova nella posizione ideale per realizzare le riforme che il mio esecutivo aveva avviato senza poterle portare a termine, anche per la riluttanza dei partner della nostra coalizione. Spero che riesca a rendere più flessibile il mercato del lavoro e a realizzare un’effettiva libertà di concorrenza per restituire competitività all’Italia. E potrà contare per le riforme sulla leale collaborazione del Popolo della Libertà e mia personale». L’ex premier, dunque, con questa sua dichiarazione ha voluto incoraggiare Mario Monti ad andare avanti e a far sentire più forte la voce dell’Italia nell’Unione europea.
Filippo Turiano