Nella giornata di ieri delle navi da guerra iraniane hanno solcato le acque del Mediterraneo. A diffondere la notizia dell’atto di forza nei confronti dell’occidente l’agenzia di stampa iraniana Irna, la quale ha citato il comandante della Marina militare di Teheran, ammiraglio Habibollah Sayyari. Per adesso non si sa il numero esatto delle navi coinvolte nella “capatina” in pieno Mediterraneo, né si sanno i termini della missione o del piano adottato da Teheran. Si sa per certo che questo è stato un vero e proprio atto di forza nei confronti dell’Europa e dell’occidente tutto, viste le recenti tensioni sul fronte nucleare. Questa è stata la seconda missione di navi iraniane nel Mediterraneo, dopo la rivoluzione del 1979. L’altra aveva avuto luogo nel febbraio 2011 suscitando una durissima reazione di Israele e Stati Uniti. “La minaccia di una guerra fredda”. È questo lo scenario dipinto dal ministro degli esteri britannico, William Hague, il quale ribadendo il proprio pensiero ha specificato che: «Se l’Iran riuscirà ad acquisire una potenziale capacità nucleare militare, penso che anche altre nazioni del Medio Oriente vorranno sviluppare armi atomiche. La minaccia di una nuova guerra fredda in Medio Oriente sarebbe un disastro per il mondo». Per adesso la diplomazia appare bloccata, anche se il principale interlocutore dell’Iran per le questioni nucleari, Said Jalili appare cautamente positivo. Il mediatore ha proposto alle potenze del Gruppo 5+1 (Stati Uniti, Cina, Russia, Francia, Gran Bretagna e Germania) di riprendere «il più rapidamente possibile le discussioni sul programma nucleare iraniano, nel rispetto del diritto dell’Iran a un impiego pacifico dell’energia nucleare». Posizione salutata con ottimismo dal capo della diplomazia europea Catherine Ashton e dal suo omologo americano Hillary Clinton.
Salvatore Borruto