Milano – Nuovi sviluppi sulla triste notizia che vede coinvolto 1 vigile urbano di Milano nell’uccisione di un cittadino cileno di 28 anni. Erano già apparse delle grosse incongruenze tra quanto dichiarato dall’agente e quanto dichiarato da qualche testimone sentito dagli inquirenti. Ieri si è presentato per deporre la sua testimonianza, l’altro cileno sfuggito all’arresto. L’amico fuggito confessa che la fuga era dovuta alla condizione di clandestinità ma che nessuno dei due era armato, tanto meno colui che è rimasto ucciso. Il colpo mortale sarebbe stato esploso da una distanza di 7 metri e dal basso verso l’alto ma ciò che aggrava ulteriormente la posizione del vigile è che sembra proprio che il fuggitivo sia stato colpito alle spalle. L’agente della polizia municipale si è difeso dicendo di aver sparato verso un terrapieno, soltanto per intimorire i due clandestini e di essere convinto che uno dei due impugnasse una pistola. Rabbia e delusione nella famiglia dell’uomo ucciso nella quale non riescono a comprendere come possa essere ancora in libertà, l’uomo che ha ucciso sconsideratamente il loro caro.
Fabrizio Pace