L’Argentina è un altro importante Paese dell’America meridionale che sta facendo registrare una significativa crescita del Prodotto Interno Lordo: in questi ultimi anni i tassi di incremento (escluso il 2009, annus horribilis) si sono attestati intorno ad un rotondo 7 – 8 – 9 %. La sua bilancia commerciale è in attivo, e le sue esportazioni si dirigono prevalentemente verso i paesi asiatici. Fa parte di un’organizzazione di paesi dell’America meridionale chiamata MERCOSUR, assieme a Brasile, Uruguay e Paraguay, con i quali ha definito una sorta di libero scambio abbastanza simile a quello che fu il Mercato Comune Europeo nel 1968. La storia dell’Argentina è assai interessante. Il Paese latino – americano possiede una significativa matrice italiana, a motivo delle massicce emigrazioni che dal nostro Paese vi si sono dirette, sia nel periodo a cavallo fra l’Ottocento ed il Novecento (in forma stabile ed anche in forma di pendolarismo: sfruttando l’inversione delle stagioni, molti braccianti italiano lavoravano sei mesi in Patria e sei mesi in Argentina), in corrispondenza della prima grande industrializzazione italiana, sia in corrispondenza della seconda grande industrializzazione italiana, in quegli anni ’50 – ’60 che gli storici dell’economia hanno indicato come gli anni del “boom economico”. Ed in effetti, in particolare questi anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale furono anni di grandi opportunità per l’Argentina. Le vicende politiche hanno fatto registrare, soprattutto negli anni Settanta, un clima difficile. Le vicende economiche più recenti riguardano la crisi che si è scatenata sul finire degli anni Novanta, manifestandosi nel 2001 con una fase acuta, conseguente alla decisione di svalutare la moneta nazionale, il peso, in conseguenza di due elementi: modifiche al sistema dei cambi fissi relativamente al Brasile, cosa che ha determinato una notevole riduzione del valore delle esportazioni; e la decisione del Fondo Monetario Internazionale di sospendere ogni finanziamento a causa del palese inadempimento, da parte del governo di Buenos Aires, degli obiettivi di politica fiscale concordati. Ora le condizioni si sono abbastanza riaggiustate: il rapporto Debito Pubblico/PIL è passato dal 140 % del 2003 al circa 70 %. Il tasso di disoccupazione si colloca intorno al 7 – 8 %, in linea con le più recenti tendenze dei paesi industrializzati. Il problema dell’inflazione è la maggiore preoccupazione dell’economia argentina. Il crescente aumento dei prezzi é stato uno dei fattori di maggiore incidenza negativa sull’andamento economico dell’ultimo periodo. alla chiusura del primo semestre del 2011, un tasso di aumento dei prezzi del 4,7% rispetto a gennaio 2011, secondo i dati ufficiali.
I principali investimenti italiani in Argentina negli ultimi anni sono stati effettuati dalle seguenti società:
BENETTON: con oltre 800 mila ettari di terreno in Patagonia, è il principale produttore di lana della regione. Ha inoltre acquisito terreni nella provincia di Buenos Aires; FIAT: il 2008 ha visto il ritorno dell’impresa italiana alla produzione di automobili nello stabilimento argentino di Córdoba (che nel 1996 era costato 600 milioni di dollari e non era mai entrato a regime per la crisi degli anni successivi). E’ prevista la produzione di circa 50.000 unità all’anno del modello Siena, destinate sia al mercato interno che all’esportazione nella regione. La FIAT, che è di nuovo proiettata ad occupare una posizione di primo piano tra i grandi produttori automobilistici in Argentina, ha firmato anche un’intesa con l’indiana TATA per produrre in loco un pick-up. I tempi di realizzazione del progetto non sono, tuttavia, ancora definiti;
ENEL: acquisendo il controllo totale di Endesa all’inizio del 2009, è da poco entrata in Argentina grazie alla presenza in questo mercato del citato gruppo spagnolo. PIRELLI: presente con una filiale in Argentina dal 1898. Nel 1917 la “Pirelli Platense” inizió la produzione di cavi, penumatici e prodotti di caucciù. Nel 1931 aprì lo stabilimento di Mataderos, riconvertito nel 1986 nella produzione di cavi in fibra ottica. Attualmente l’impresa opera nel solo stabilimento di Merlo dove produce pneumatici;
Prof. Giuseppe Cantarella