Dagli Stati Uniti il Presidente del Consiglio, Mario Monti, ha dichiarato di non aver visionato le proposte di correzione presentate al Senato, ma le richieste son davvero innumerevoli e dovrà rallentare il processo delle liberalizzazioni che stava procedendo con velocità. Sicuramente qualche richiesta “doppia” sarà depennata, ma le categorie colpite, saranno intervenute per salvaguardare quei “diritti-privilegi” che sono stati argomento d’interesse negli ultimi tempi in Italia. Monti non sembra preoccupato dalla mole di proposte di correzione presentate, ma le pressioni in ogni caso esistono, e non si possono ignorare. I partiti di maggioranza intanto cercano di correre ai ripari, e attendono come ipotetica soluzione, un vertice politico per smussare leggermente il decreto. Le istanze di tutte le categorie, anche contraddittorie tra loro, hanno trovato in Senato almeno un difensore che le ha tradotte in emendamenti. A proteggere il decreto e il governo per adesso ci pensano i gruppi di Pdl, Pd e Terzo Polo che hanno dichiarato di volersi concentrare su pochi emendamenti. Il governo è intenzionato ad ascoltare le richieste delle principali forze politiche che lo sostengono in parlamento, tuttavia, qualora dovesse trovarsi di fronte ad emendamenti in grado di stravolgere il pacchetto, fonti governative hanno fatto sapere che verrà posta la fiducia. Cittadini italiani appartenenti alle categorie rivoluzionate dal decreto, ma anche alcuni degli stessi relatori, “armati di emendamenti” cercano di contrastare l’operato del governo, che in ogni caso va avanti, per nulla intimorito dalla pioggia di richieste, che non sembrano bloccare il corso della definitiva approvazione di quelle modifiche “minime” che assumeranno carattere di effettività nel giro di poche settimane.
Annamaria Milici