Restiamo in America. Tra i più importanti Paesi in Via di Sviluppo, accanto ai paesi BRIC, è necessario annoverare il Messico. Il maggiore Stato dell’America centrale, con i suoi 110 milioni di abitanti ed un PIL procapite che si aggira, ormai, attorno ai 15.000 $, è da considerare un partner economico di livello mondiale pienamente inserito nel contesto globalizzato.
I punti di forza dell’economia messicana sono molteplici. Innanzitutto, il petrolio. Il Messico è stabilmente fra i primi dieci paesi produttori di petrolio, che viene largamente esportato negli Stati Uniti d’America, anche in forza dell’accordo NAFTA (North America Free Trade Agreement) stipulato nel 1995 sotto la presidenza di Bill Clinton, in forza del quale il governo statunitense si era impegnato a cancellare il debito messicano nei confronti degli USA, in cambio del privilegio sulle importazioni di petrolio. C’è da dire, comunque, che il sottosuolo messicano dispone di notevoli ed interessanti altre risorse, tra cui argento ed uranio, fra le altre.
L’economia messicana è fortemente integrata con quella statunitense, soprattutto nella zona di confine. All’interno del territorio messicano, immediatamente al di qua del confine sorgono numerosi insediamenti industriali impegnati in un’attività di assemblaggio industriale e successiva esportazione di prodotti a basso contenuto tecnologico: tale fenomeno prende il nome di maquiladoras e si rende possibile grazie al bassissimo costo della mano d’opera messicana, che si aggira intorno ai 10 Euro giornalieri. Una importante voce attiva dell’economia messicana è rappresentata dal turismo: il Paese centroamericano risulta fra i primi dieci al mondo per arrivi turistici. Certamente i turisti sono attratti dalle bellissime realtà di turismo balneare sulla penisola dello Yucatan, tra cui la celebre spiaggia di Acapulco, realtà turistica di élite, e Cancun. Ma merita grande attenzione anche il patrimonio antropico, tra cui spiccano i resti delle civiltà precolombiane. Dal punto di vista finanziario, il Messico è considerato un paese abbastanza affidabile.
Il Debito Pubblico è contenuto, e si stabilizza intorno al 35 % del Prodotto Interno Lordo, sostenuto, in questo, dalle royalities provenienti dall’esportazione del petrolio. Tale affidabilità è certificata da un basso livello di rischio fra i Paesi emergenti. La crescita del Prodotto Interno Lordo si aggira intorno al 4 – 5 %, tutto sommato modesta se paragonata ai valori asiatici, ma pur sempre di tutto rispetto se messa a confronto con i valori europei. Il grado di apertura del Messico al commercio internazionale è il maggiore di tutta l’America latina, sia grazie al già menzionato accordo NAFTA, sia anche ad un accordo privilegiato con l’Unione Europea. La presenza italiana in Messico è qualificata.
Il Gruppo FIAT (presente anche attraverso gli impianti di Magneti Marelli, COMAU e New Holland) ha realizzato a Toluca uno stabilimento per la produzione della Nuova 500, grazie ad un investimento Chrysler di 550 milioni di dollari, che dovrebbe assicurare la fornitura di 100-130mila unità all’anno, dirette principalmente ai mercati di Stati Uniti e Brasile. ENEL è impegnata alla realizzazione di un parco eolico da 1.000 Mw. Dal punto di vista della localizzazione geografica, esistono alcuni “distretti italiani”, tra cui quello di Queretaro e quello di Leon, dove sono concentrate numerose imprese che operano nel settore delle calzature.
Prof. Giuseppe Cantarella