Per completare le informazioni dei Paesi in Via di Sviluppo individuati con l’acronimo BRIC, dopo esserci occupati di India, Russia e Cina, manca il Brasile. Il Brasile, con i suoi 200 milioni di abitanti, è il colosso emergente dell’America meridionale. Si tratta di un paese che possiede immense riserve di risorse importantissime, sia per quanto riguarda il settore agricolo, sia per quanto riguardo il settore minerario ed energetico. In questi ultimi anni l’economia brasiliana ha mostrato tassi di crescita del Prodotto Interno Lordo abbastanza interessanti: il valore più alto si è avuto nel 2010, con il 7,5 % rispetto all’anno precedente. Questi tassi di crescita così elevati si stanno accompagnando ad una significativa ricomposizione degli squilibri sociali, che hanno sempre caratterizzato la popolazione brasiliana. Bene, le più recenti stime parlano di una classe media rappresentata al 50 %. I passi da gigante che sta compiendo l’economia brasiliana in questi ultimi anni sono da mettere in relazione ad una serie di fattori. Innanzitutto la solita situazione per cui le multinazionali straniere hanno trovato conveniente de localizzare sul territorio brasiliano i propri stabilimenti, attratti dal basso costo della manodopera e dalle allettanti prospettive dell’esistenza di mercati in espansione, primo fra tutti il mercato dell’automobile. Negli anni ’90 hanno fiutato l’affare le principali case automobilistiche europee, come BMW, Volkswagen e Renault, che hanno realizzato consistenti investimenti industriali; anche la FIAT , che ha realizzato nel Sud – Est, presso Belo Horizonte, un polo automobilistico di alto livello. Un altro elemento importante nell’economia brasiliana è rappresentato dal petrolio. Il Brasile è tra i primi dieci produttori mondiali di greggio, e la recente nazionalizzazione della compagnia Petrobras, cui il Governo di Brasilia partecipa per il 54 %, e con una consistente quota della spagnola Repsol, sta portando benefici all’economia nazionale, che mostra un rapporto Debito Pubblico/PIL intorno al 54 %, sostenuto evidentemente dalle royalities che pervengono al sistema. Le tradizionali esportazioni brasiliane di prodotti agricoli, o comunque del settore primario, una volta e fino ad una trentina di anni fa retaggio del colonialismo, oggi si stanno affermando sempre più come una importante prospettiva di crescita del paese sudamericano. Il grado di apertura del Brasile nel commercio internazionale è in forte crescita. Il principale flusso di esportazioni brasiliane è rivolto verso l’Asia, ed in particolare verso la Cina. Da segnalare, per ultimo, l’incremento di spesa per infrastrutture, da mettere in relazione anche con la recente assegnazione dell’organizzazione dei Mondiali di Calcio e delle Olimpiadi: per fare un esempio, si sta realizzando una linea ferroviaria ad alta velocità fra Rio de Janeiro e San Paolo, 400 km., costo totale intorno ai 20 miliardi di Euro. Il turismo rimane sempre un’attività di grande rilevanza per il Brasile, sia per le attività tradizionali legate alle spiagge sull’Oceano Atlantico, celebri come Copacabana ed Ipanema; sia per le celebri iniziative legate al Carnevale di Rio de Janeiro; ma anche turismo di tipo naturalistico, nelle località della Foresta Amazzonica o del Sertao, nel Norte.
Prof. Giuseppe Cantarella