E’ la categoria degli autotrasportatori che inizia la lunga serie di scioperi previsti per le liberalizzazioni sul mondo del lavoro appena varate dal governo Monti. La protesta era cominciata in Sicilia e sottovalutata poichè non le erea stata resa la giusta importanza sui media ed adesso si sta diffondendo a macchia d’olio in tutto il paese. Il disagio provocato è grave. Oltre al rallentamento sulle autostrade e le code ai caselli, molte merci non arrivano a destinazione le stazioni di servizio esauriscono i carburante e si creano ulteriori rallentamenti anche all’interno delle areee urbane. La Calabria oggi percepisce pesantemente le difficoltà derivate dal blocco dei Tir. Ieri lo svincolo di Villa San Giovanni, dove si trova l’imbarcadero per la Sicilia, era bloccato per il 90% della circolazione. Nella città di Reggio Calabria le file ai distributori hanno causato il blocco totale del traffico in molte zone centrali. Anche a Crotone gli autotrasportatori hanno bloccato la città. E’ il modo di protestare della categoria, per i continui aumenti sull’accisa del carburante, che diminuiscono di molto il loro guadagno e influiscono irrimediabilmente sul costo finale dei beni per tutta la popolazione. Il Codacons ha già chiesto che si proceda alla precettazione facendo rinviare la protesta perché cosi’ com’è iniziata sarebbe illegale. L’Autority predisposta starebbe valutando delle sanzioni per i blocchi stradali causati dalla protesta degli autotrasportatori. Bloccare il rifornimento di viveri beni e servizi è di sicuro un modo per farsi notare, ma si attrae anche le ire di coloro che invece potrebbero, conoscendo nei modi adeguati i termini della protesta, appoggiarne la buona riuscita.
Fabrizio Pace