18\01\2012 – Fino al 1991 esisteva l’Unione Sovietica, stato federale (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche) costituito nel 1922 dopo la rivoluzione bolscevica che aveva spazzato via la monarchia dei Romanoff. La Russia è lo Stato più grande che si è formato dopo lo scioglimento dell’U.R.S.S.
L’Unione Sovietica ha rappresentato per decenni l’altra metà del Mondo, soprattutto nel suo continuo confronto/scontro con gli Stati Uniti, di cui ha costituito in quegli anni l’esatto contraltare. La “guerra fredda” ha caratterizzato la politica internazionale nel periodo compreso fra la fine della Seconda Guerra Mondiale ed i primi anni Novanta.
L’economia dell’U.R.S.S. apparteneva al modello socialista, con proprietà collettiva dei mezzi di produzione: di fatto era praticamente esclusa la possibilità di esercitare l’attività di imprenditore, che spettava agli organi centrali di Governo. In agricoltura esistevano i kolkoz, aziende condotta in forma cooperativa in cui la maggior parte della produzione doveva essere venduta allo Stato, ed i sovkoz, vere e proprie aziende di Stato. Veniva privilegiata l’industria pesante, anche per questioni ideologiche.
Il passaggio dall’Unione Sovietica, ad economia pianificata, alla Russia ad economia di mercato, non è stato immediato, né semplice né indolore.
Ma in questi ultimi anni la Russia ha preso a crescere e l’economia sovietica si sta lentamente trasformando ed integrando, in particolare grazie ad un crescente interscambio commerciale.
La Russia rimane sempre uno dei colossi dell’economia mondiale, a motivo delle sue immense risorse. Innanzitutto le risorse del sottosuolo, che fanno della Russia il primo produttore mondiale di petrolio ed un importantissimo paese esportatore di gas metano.
L’Italia del Nord riceve proprio il metano del gasdotto che proviene dalla Siberia, nel Nord della Russia. Poi ci sono le immense potenzialità del settore agricolo: la Russia è un importantissimo produttore di cereali, che esporta largamente in Europa; ma è anche significativa la coltivazione di patate e di girasole, da cui si produce l’olio di semi così tanto usato nell’industria alimentare.
Il settore industriale rimane un comparto trainante dell’economia sovietica attuale, anche se tuttora caratterizzato da livelli tecnologici non ancora paragonabili con quelli europei o statunitensi o giapponesi: in effetti, nel periodo del regime dell’Unione Sovietica, veniva privilegiata l’industria pesante metallurgica e siderurgica, a basso contenuto tecnologico.
Anche se non mancarono, nel quadro della “guerra fredda”, le esperienze di esplorazione dello spazio, di cui ricordiamo la cagnetta Laika e Yuri Gagarin; ma nell’industria aeronautica, l’U.R.S.S., con i suoi insicuri Tupolev, rimaneva indietro rispetto a quella statunitense.
Per quanto riguarda l’inserimento della Russia nel mercato finanziario globalizzato, basti considerare che il rublo è una delle monete di riferimento del mercato asiatico, e le riserve valutarie e di oro della Russia sono le terze nel Mondo, dopo quelle degli Stati Uniti e del Regno Unito.
Prof. Giuseppe Cantarella