Assalto in vecchio stile, nella giornata di ieri, all’ambasciata britannica in Iran. Decine di manifestanti sono penetrati nell’edificio di Teheran dopo una manifestazione contro le misure repressive prese dal paese d’oltremanica, riguardanti le violazioni sull’energia atomica in corso.
Secondo alcuni testimoni dopo aver superato la resistenza della polizia, la folla ha lanciato pietre, infrangendo alcuni vetri dell’ambasciata, e parecchie molotov, incendiando un piccolo edificio. Le bandiere del Regno Unito e di Israele sono state date alle fiamme e sostituite con quella iraniana. Penetrati nell’ambasciata, i manifestanti hanno incendiato i documenti sottratti agli uffici della sede diplomatica. I dipendenti dell’ambasciata sono fuggiti da un’uscita secondaria.
Tensione alla stelle come nel lontani 1979 con l’assalto all’ambasciata americana. Uno degli slogan scanditi dalla folla è stato il seguente: «L’ambasciata inglese a Teheran è un altro covo di spie».
Durante i tafferugli erano state prese sei persone come ostaggio, e solamente l’intervento delle forze di sicurezza hanno costretto i manifestanti a lasciare l’edificio, liberando i sei britannici ostaggio degli studenti che hanno occupato la sede diplomatica. A parlare di sei ostaggi era stata in precedenza sul suo sito web un’altra agenzia, la Mehr, ma la notizia, non confermata, era poi sparita dal sito, senza nessuna spiegazione. Un attacco quasi premeditato, che arriva in seguito alle sanzioni britanniche prese nei giorni scorsi, e alla espulsione dell’ambasciatore inglese in terra d’oriente, come rappresaglia alle restrizioni prese da Londra.
Salvatore Borruto