Sta salendo di giorno in giorno il numero delle vittime, rimaste coinvolte negli scontri dei giorni scorsi a piazza Tahrir. Secondo fonti ufficiali egiziane il bilancio sarebbe salito a 41 vittime accertate, anche se i dimostranti parlano di un numero molto più elevato. A comunicare il bilancio provvisorio è stato il Ministero della Salute, il quale ha anche riferito che le vittime in maniera maggiore (36 sembrerebbe) hanno trovato la morte proprio nella grande piazza simbolo della primavera araba. Intanto la protesta impazza in molte altre località e città del paese dei papiri, dove i cittadini non hanno digerito la situazione di abuso, che le forze militari stanno assumendo nel paese.
Dal punto di vista politico qualcosa si sta muovendo. Infatti Il Consiglio militare egiziano ha affidato l’incarico di formare il nuovo governo a Kemal El Ganzuri con “prerogative totali”, come riferito dalla televisione di stato egiziana. Gli scontri intanto proseguono perché la popolazione non vede di buon occhio la soluzione di un nuovo governo affidato a El Ganzuri. Nonostante gli scontri più duri tra le forze di sicurezza e i manifestanti sono avvenuti a piazza Tahrir, altre quattro persone sono morte nelle violenze ad Ismailiya e ad Alessandria, nel nord del Paese, dove la folla ieri ha scagliato pietre contro gli agenti e lanciato slogan contro la brutalità della repressione. Un manifestante, inoltre, è stato ucciso mercoledì con un colpo d’arma da fuoco a Mersa Matruh durante un assalto a una stazione di polizia. I manifestanti chiedono meno poteri per la giunta militare, e un nuovo governo che sia espressione della popolazione civile.
Insomma si chiede un passo indietro alle élite militari che dopo la caduta di Mubarack hanno preso in mano le redini del paese. I manifestanti che a decine di migliaia continuano ad occupare piazza Tahrir respingono con forza dunque, la scelta della giunta militare di affidare a Kamal E Ganzuri l’incarico di formare il nuovo governo di salvezza nazionale egiziano. Inoltre secondo il quotidiano “al-Wafd”, i manifestanti accusano Ganzuri di essere fortemente legato al passato regime di Hosni Mubarak e chiedono che il nuovo governo venga affidato da un personaggio politico che sia legittimato dalla piazza. Secondo il movimento dei giovani rivoluzionari: «La scelta di questo personaggio non risponde alle richieste del popolo, che chiede di incaricare per la formazione del governo una personalità che non abbia mai avuto a che fare con il passato regime e che non sia macchiato di corruzione».
Salvatore Borruto