Alle prime ore di oggi 24 Novembre 2011, nei comuni di Bianco, Roccella Ionica, Gioiosa Ionica, Siderno, Casignana, Benestare, Bovalino e Reggio Calabria, 40 Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria e del Nucleo Operativo Ecologico, hanno eseguito cinque misure cautelari personali di cui quattro agli arresti domiciliari nei confronti di:
C.A. G., , responsabile tecnico ditta Z. Bianco (RC); C. P. A., Sindaco del Comune di Casignana; L. M., architetto; Z. G. S., socio dell’impresa Z. di Bianco (RC); ed una dell’obbligo di dimora nei confronti di: T. S..
Nel medesimo contesto, sono state eseguite due misure cautelari reali: una relativa al sequestro della discarica consortile di “Casignana” (del valore stimato di circa € 10.000.000), che è al servizio dei comuni della bassa locride; una relativa al sequestro della società “Z. (del valore stimato di circa € 3.000.000), che con i suoi 46 mezzi, oltre a gestire la predetta discarica, si occupa del servizio di raccolta degli RSU per i comuni della costa ionica reggina di Africo, Ardore, Brancaleone, Gioiosa Ionica e Sant’Ilario dello Ionio, nonché titolare di altri appalti pubblici e privati, nel campo della raccolta dei rifiuti ingombranti. Sono stati notificati quattro avvisi di garanzia, tra cui al sindaco di Gioiosa Ionica, ed uno al direttore tecnico della Leonia S.P.A., S.G., che si occupa della raccolta dei rifiuti a Reggio Calabria.
La misura emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, scaturisce dalle indagini condotte dal N.O.E., che hanno consentito di accertare a carico degli indagati, in concorso tra loro ed a vario titolo, responsabilità in ordine al reato di traffico illecito di rifiuti, di cui all’art.260 del D.Lgs. nr.156/2006, in quanto, al fine di conseguire un ingiusto profitto, consistente nel risparmio di denaro dovuto per un corretto smaltimento del percolato, per la ricopertura e la compattazione giornaliera dei rifiuti, nonché per le opere necessarie per una corretta manutenzione della discarica, mettevano in atto le seguenti operazioni illecite:
1) abbancavano i rifiuti solidi urbani in aree della discarica consortile, non autorizzate e senza previo isolamento dal terreno con apposita geomembrana;
2) sversavano il percolato prodotto dagli R.S.U., nel vallone Rambotta;
3) abbancavano rifiuti in quantità eccedenti ai limiti autorizzati;
4) omettevano di provvedere alla copertura e compattazione giornaliera dei rifiuti;
5) consentivano il conferimento di rifiuti anche pericolosi, non ammissibili in discarica;
6) consentivano il conferimento di rifiuti a soggetti non autorizzati,
il tutto, allestendo mezzi e attività continuative ed organizzate, per la gestione abusiva di ingenti quantitativi di rifiuti, potuti quantificare solo in parte.
Le indagini, condotte dai Carabinieri, hanno permesso di accertare una illegalità diffusa nella gestione della discarica di Casignana. Nello specifico, anche con l’utilizzo di video-riprese, intercettazioni telefoniche ed ambientali, sono state accertate, oltre alle condotte sopra riportate, incendi dolosi di rifiuti all’interno delle aree di abbanco, posti in atto dagli stessi operai ed a causa dell’assenza di idonea recinzione, il pascolo di bovini ed ovini all’interno della stessa discarica ed in aree contaminate da percolato.
Si è altresì accertato, che con accordi sottobanco, e con la compiacenza ora del sindaco di Casignana, ora del responsabile della Z., sono entrati in discarica RSU non autorizzati dall’Ufficio del Commissario per l’emergenza ambientale in Calabria.
La discarica, sequestrata è stata affidata in custodia all’Ufficio del Commissario, che ne dovrà curare, previa l’eliminazione delle carenze di impermeabilizzazione, la successiva gestione., mentre la Z., è stata affidata ad un curatore nominato dall’Ufficio del G.I.P.
Reggio Calabria 24 novembre 2011 – Comunicato stampa Carabinieri