Secondo a quanto riportato dal rapporto Aiea (Agenzia per l’energia atomica), l’Iran fino al 2003 avrebbe portato a termine progetti mirati alla costruzione di ordigni nucleari in maniera attiva. Inoltre stando sempre alla stessa fonte, avrebbe continuato fino ai giorni nostri, a portare avanti tali progetti tramite ricerche scientifiche e tecniche. Situazione molto pericolosa, dato che l’Iran: «potrebbe aver pianificato e avviato sperimentazioni preparatorie che sarebbero utili nel caso in cui volesse condurre un test per un ordigno nucleare». Nel documento redatto dall’Agenzia e consegnato ai paesi membri si ribadiscono le gravissime preoccupazioni per quello che sta accadendo in Iran, dato che tutte le operazioni elencate sopra potrebbero avere un fine militare, quindi non solo civile per la produzione di energia elettrica, come sbandierato dai vertici politici. L’Iran ha lavorato alla realizzazione non solo di ordigni nucleari ma anche testato alcune componenti. In particolare l’agenzia Onu ritiene che gli esperimenti condotti con esplosivi ad altissimo potenziale siano: «un forte segnale del possibile sviluppo di ordigni». Stando a quanto riportato dall’agenzia di Vienna, l’Iran ha iniziato a trasferire materiale nucleare nel bunker sotterraneo di Fordow, destando parecchi sospetti sulla volontà di occultare il materiale sensibile. Inoltre nelle 12 pagine della relazione si legge anche che: «Teheran sia stata aiutata nelle sue attività nucleari da un esperto straniero che era non solo a conoscenza di queste tecnologie ma che ha lavorato gran parte della sua carriera con questa tecnologia nel programma di armi nucleari del suo paese». Secondo indiscrezioni si tratterebbe di Vyacheslav Danilenko, scienziato al servizio dell’Urss negli anni della guerra fredda. Secca è stata la risposta di Teheran attraverso il suo primo ministro Mahmoud Ahmadinejad: «L’Iran non ha bisogno della bomba atomica per far fronte agli Stati Uniti e ai loro alleati. Gli Stati Uniti, che hanno 5.000 bombe atomiche, ci accusano ma devono sapere che se vogliamo tagliare la mano che hanno allungato sul mondo non abbiamo bisogno del nucleare. A conferma di questa autodifesa Teheran ha diffuso un documento composto da cinque punti per dimostrare che il rapporto dell’Aiea sui presunti scopi militari del programma nucleare è di scarso spessore e inaffidabile. Il documento è stato redatto dall’Agenzia semi-ufficiale iraniana Fars:
– Nessuno dei documenti presentati ora è nuovo, ma tutti sono legati ai contenuti di un pc portatile che sarebbe stato rubato in Iran e di cui si parlò per la prima volta nel 2004. Questo proverebbe la falsità delle accuse per le attività successive.
– Né l’Iran né l’Aiea hanno potuto visionare tali documenti, nonostante dal 2007 ne abbiano chiesto agli Usa la versione originale. Inoltre, gli stessi americani avrebbero in mano solo un file elettronico, la cui infondatezza sarebbe già stata dimostrata dall’Iran nel 2008 in un dossier di 117 pagine.
– Se anche tali documenti fossero autentici, nessuno può provare che siano collegabili agli organi ufficiali iraniani.
– Inoltre, non vi è alcuna prova che vi si parli di attività militari in ambito nucleare, e non convenzionale
– Infine, contengono una serie di simulazioni al computer ma nessuna prova sul fatto che esse siano state messe in pratica. L’allegato al rapporto non sarebbe dunque altro che «una collezione di informazioni contraffatte», aggiunte sotto pressione politica statunitense.
Salvatore Borruto