Silvio Berlusconi si dimetterà dopo l’approvazione della Legge di Stabilità. Lo ha reso noto il Quirinale, dopo che il premier ha incontrato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il presidente del Consiglio è salito al Colle dopo il voto alla Camera sul rendiconto dello Stato. Nonostante l’approvazione di Montecitorio i voti favorevoli sono stati 308 e 321 i non votanti. Giornata intensa: soluzioni anticrisi, decisioni improrogabili, ipotesi su ipotesi per capire cosa bisogna fare, e una legge di stabilità che entrerà in gioco dopo le dimissioni del Premier. Giornali, media, radio e il web concentrati sul prevedibile finale. Il nostro Paese è riuscito a superare un momento storico ancora più drammatico dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Questa gara esasperata per far crollare un Governo non sblocca di certo la situazione economica. Non gira tutto intorno alla “rivoluzione contro l’Istituzione”, piuttosto bisognerebbe impegnarsi nella ricerca, nell’assistenza alle aziende, nel produrre qualità e non solo quantità, cercando di puntare sulle vecchie risorse, quelle tradizionali che son tipiche del nostro territorio e che hanno creato il vero circuito economico Italiano. Chi ci ha guidati fino ad oggi ultimamente forse non ha capito quali fossero le priorità, soprattutto in un periodo delicato come quello odierno; le banalità, gli sperperi, le indignazioni, le scorrettezze sono state tante, ma qualcuno ha votato affinchè questo governo fosse sempre in prima linea, gli stessi che oggi rinnegano un percorso lungo un decennio.