Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha posto in Aula alla Camera la questione di fiducia sulla risoluzione presentata dai capigruppo di maggioranza in seguito al suo intervento in Assemblea. La votazione, per appello nominale, si terrà a mezzogiorno: le dichiarazioni di voto inizieranno alle 11. Caos tra la maggioranza, e unanimità sulla decisione di volere le dimissioni del Premier tra le file dell’opposizione. Nessuna intenzione da parte del governo di fare passi indietro, e nel caso in cui quest’ultimo non raggiungesse i numeri sperati e necessari, l’unica alternativa democratica sono le elezioni. Parlamentari e ministri da tempo, in un clima di scontento generale cercano di trovare la giusta via per affrontare una situazione che giorno dopo giorno sembra incontrollabile (anzi lo è); in un gioco di “botta e risposta”, accuse e questione di fiducia, la crisi di governo è sempre più vicina. Ma l’aria di crisi è abbastanza pesante già dal punto di vista economico, sentirsi così allo sbando è davvero eccessivo. Preoccupazioni del governo circa l’eventuale assenteismo di quei deputati che mirano ad abbassare l’asticella molto sotto quota 319. “Il Governo chiede di avere confermata la fiducia perché consapevole dei rischi che corre il Paese e perché i tempi imposti dai mercati non sono compatibili con quelli di certe liturgie della politica”. Lo ha detto il Premier Silvio Berlusconi parlando alla Camera nel discorso sulla fiducia. “Non vi nascondo la gravità dell’incidente”, sull’art. 1 del rendiconto generale dello Stato, “ma ciò non può avere conseguenze sul piano istituzionale”. Aspettando i risultati, l’auspicio è quello di veder rispettati i principi costituzionali e gli impegni europei.
Annamaria Milici