È un Jean-Claude Trichet molto preoccupato quello dei giorni scorsi, in cui ha detto la sua sulla situazione europea e mondiale dell’economia. L’ormai ex presidente della Banca Centrale Europea (fra poco gli succederà Mario Draghi) ha lanciato un serio allarme sulla crisi che sta investendo le economie di tutto l’occidente.
Ecco quanto descritto e denunciato dal numero uno della BCE durante un’audizione al Parlamento Europeo: «La crisi, che ora è sistemica, nelle ultime tre settimane è peggiorata e le istituzioni devono agire rapidamente, senza ulteriori ritardi che altrimenti aggraveranno la situazione. Lo stress sovrano dalle piccole economie è passato a paesi Ue più importanti. La situazione è molto grave, lo sappiamo da tempo e per questo abbiamo attivato tutti i canali con i governi affinché prendano in fretta le decisioni per affrontare la crisi mondiale, di cui siamo noi l’epicentro. Il rischio di contagio della crisi dei debiti, si è esteso anche a Usa e Giappone».
Nel suo discorso ha poi anche aggiunto che: «Sono aumentati i rischi di liquidità e di finanziamento delle banche e l’Efsf può essere utile per ricapitalizzare gli istituti. Il rinvio del vertice UE è utile se la UE sarà finalmente in grado di trovare risposte chiare ai due problemi urgenti, la crisi dei debiti e la ricapitalizzazione delle banche, su cui abbiamo i minuti contati. La potenza di fuoco del fondo salva-Stati Efsf deve essere aumentata ma non è appropriato che sia la Bce a fornire la leva finanziaria, i governi hanno tutti mezzi per agire da soli».
Situazione molto confusa, con Francia e Germania da un lato che cercano di prendere decisioni a maggioranza senza interpellare gli altri paesi. Purtroppo l’Italia in questi anni ha perso tutto il proprio peso internazionale che aveva conquistato a fatica negli anni della Prima Repubblica. Questo è un dato di fatto incontrovertibile, del resto la nostra politica è molto debole anche in patria figuriamoci all’estero. Dunque per adesso un accordo serio sul salvataggio delle economie deboli europee non appare chiaro all’orizzonte. Invece si perde tempo prezioso, come nel caso della Grecia, che non ha fatto altro che peggiorare ancora di più la situazione. L’attendismo tedesco ha fatto partire verso valle la slavina del fallimento greco ancora più in fretta di quanto si pensasse. Solamente le pance delle banche tedesche piene di titoli tossici grechi hanno fatto rompere gli indugi a Angela Merkel, la quale ha capito che salvare la Grecia costasse molto meno che farla fallire.
Salvatore Borruto