È un Obama a tutto campo quello che è intervenuto per commentare le proteste degli indignados americani, i quali ormai da diverse settimane stanno occupando i centri del potere americano. In particolare nel proprio discorso, il presidente si è rivolto ai cosiddetti movimenti “Occupy Wall Street”. Obama ha dichiarato: «E’ la voce degli americani frustrati dal funzionamento delle strutture economiche e finanziarie di questo paese. Io lotto per evitare gli abusi del sistema finanziario. Abbiamo bisogno di un forte ed efficace sistema finanziario». Il presidente si è mostrato comprensivo nei confronti di questa generazione di americani che hanno visto solamente il peggio del grandissimo paese che sono gli States. Inoltre Obama ha anche stigmatizzato il comportamento non cristallino delle banche, che hanno alzato i costi delle commissioni, scaricando sui consumatori il prezzo della crisi. Per adesso le proteste continuano non solo a New York, ma in tutta la nazione, specialmente nei centri e nelle città più importati, soprattutto nella costa est. Il presidente ha poi puntualizzato: «La crescita rallenta. Non ci sono dubbi che la crescita è rallentata, imprese e consumatori sono nervosi. L’economia è troppo fragile per lasciare che la politica blocchi la nostra azione. L’economia è più debole di quanto fosse all’inizio dell’anno, tra le cause, le conseguenze dello tsunami giapponese anche il dibattito sul tetto del debito americano che è stato condotto in un modo che non ha precedenti». Poi anche una stoccata al partito Repubblicano, e alla sua intransigenza. In fondo è anche colpa della passata amministrazione Bush, se le casse del paese sono così disastrate. Poi lo sguardo verso l’Europa: «La crisi dell’Euro potrebbe danneggiarci. Tra le cause di questo momento di debolezza c’è anche il momento critico che sta attraversando l’Eurozona. Il nostro piano aiuterà gli Usa a cautelarsi contro un’altra recessione se la situazione in Europa dovesse peggiorare. Il maggiore ostacolo che l’economia americana ha di fronte è la situazione in Europa. Sono costantemente in contatto con la cancelliera Merkel e il presidente Sarkozy per impedire che la situazione debito nell’Eurozona finisca fuori controllo». Infine l’illustrazione del piano anticrisi e anche una stoccata alla Cina, rea di: «portare avanti un gioco che arreca svantaggi agli altri Paesi. Lo Yuan ha subito delle variazioni positive, e la Cina ha usato il cambio della valuta in modo aggressivo: dallo scorso anno abbiamo visto solo un lieve aggiustamento dei cambi: ma non è abbastanza».
Salvatore Borruto