22\09\2011 – Tra gli antichi popoli Maya, ma anche tra le tribù indigene, addirittura in un’interpretazione erudita della Bibbia, la data posta a suggellare la fine del mondo come lo conosciamo noi, è il 2012. I Maya, civiltà sorta nel Centro America e scomparsa intorno al 930 d.C. per cause connesse a siccità e conquistadores spagnoli, sono ormai conosciuti e ricordati costantemente negli ultimi anni a causa delle loro predizioni relative alla fine del mondo, collocata secondo i loro calendari nel vicinissimo 21 dicembre 2012. Le profezie Maya sono accompagnate da scenari di sofferenza, tipici del passaggio da un’era all’altra, con acque che inondano la superficie terrestre, acque provenienti da vulcani, dalle fauci di draghi, dalla Luna e dal Sole, che nonostante l’improbabilità dell’immagine che si presenta ai nostri occhi, iconicamente richiamano al pericolo dello scongelamento dei ghiacciai dell’Antartide, il riscaldamento globale, il buco dell’ozono, tutte realtà che fanno parte dello scenario futuristico, ma non troppo, degli esseri umani. I Maya hanno definito i conclusivi vent’anni dell’ultima era, riconducibile ad una fascia temporale che spazia dal 1992 al fatidico 2012, come “il tempo del non tempo”, un periodo di buio, dominato dalla paura e dall’odio, visione che coincide, purtroppo, con la realtà del nostro tempo dove la corsa al denaro ha la priorità sui diritti umani di base. Ma le profezie Maya non sono le uniche a datare il 2012 come data ultima della specie umana, come affermato da Sigismondo Arquer, condannato a morte per inquisizione nel 1571, poichè asseriva dichiarazioni negative nei confronti della Chiesa cristiana dichiarazioni che stando a quanto affermato dallo scrittore Panvini, che rilevò i suoi scritti secondo i quali, nel testo sacro cristiano per eccellenza, la Bibbia, attraverso un codice, sarebbe possibile leggere la data della fine del mondo, nel 2012 appunto, che avverrà grazie ad un ulteriore diluvio, oltre alla previsione di date di “irrisoria” importanza come la caduta delle torri gemelle e tragedie varie ed eventuali. La NASA, d’altra parte smentisce e conferma il verificarsi nel 2012 una tempesta solare, rassicura e fa trasalire con notizie “non allarmanti” riguardanti la caduta di qualche frammento di un satellite rimasto inattivo a disperdersi nell’atmosfera terrestre, italiana per giunta. La verità ineluttabile è che il mondo attorno a noi è già cambiato. È cambiato il modo di fare, di parlare, di rapportarsi. È cambiata la vita sulla Terra, decine di milioni di anni fa, quando un brusco cambiamento climatico, un’era glaciale, ha spento per sempre i dinosauri e tutto è ripreso da zero, con un processo lento ed inesorabile attraverso l’evoluzione, sino a noi. Forse il cambiamento che tocca agli esseri umani non è di tipo biologico, non è la fine di ogni forma di vita umana sulla Terra, forse il cambiamento che ci attende è più profondo, interiore. Le credenze che hanno portato sinora a chiedersi come dove e perchè forse si spegneranno a calar del 21 dicembre, all’alba del 22, in silenzio, nella quiete, e il sole continuerà a bruciare, ad arrendersi all’eternità, e noi, noi continueremo a non accorgerci di nulla e a dimenticare.
Fausta Canzoneri