Occorre ritrovare gli antichi valori della politica

06\09\2011 – E’ inutile appellarsi al senso dello Stato o al senso civico dell’attuale  classe politica italiana in quanto nella stragrande maggioranza dei suoi esponenti, siano essi di governo o di opposizione, sono espressione elettiva di altrettante lobby di potere, corporazioni associazioni e sigle sindacali. Non esiste più il politico, esistono dei “pupazzi” portati alla ribalta da coloro che muovono i grandi interessi. Trattasi di un ristretto numero di gruppi  finanziari che condiziona la vita politica non solo nel nostro paese ma nell’intera Europa. Questa oligarchia affonda le radici del suo potere nelle corporazioni bancarie, nelle assicurazioni, nei colossi petroliferi e nelle industrie belliche. Ebbene si, loro decidono nelle democrazie moderne la vita di un paese ed i suoi rapporti con gli altri stati. I cittadini se pur coscienziosamente esprimano il loro voto durante le elezioni, alla fine non fanno altro che votare dei candidati che qualcun altro ha precedentemente stabilito per loro in base a precise riflessioni d’opportunità. Non esiste un politico capace di accentrare nella sua figura gli interessi eterogenei esistenti in un paese. Oggi non si vota l’integrità personale o la capacità professionale del candidato, bensì si  vota in base alla sua appartenenza o no a quel determinato gruppo sociale per il quale una volta eletto dovrà battersi per ottenerne i benefici ed essere eventualmente riconfermato. Questa è l’idea di politica che da un trentennio a questa parte hanno tentato di inculcare nelle teste degli italiani. Questo modello sta però implodendo lo scontro dei gruppi di potere, nel momento in cui  occorrono sacrifici che nessuno vuole fare, non crea delle condizioni per attuare delle riforme significative.  Nessuno vorrebbe rinunciare ai propri privilegi e tutti vorrebbero scaricare gli oneri più pesanti ai “vicini” avversari o non che essi siano. E’ inutile che il Presidente della Repubblica si appelli alla coscienza politica dei partiti, è inutile che il governo pensi e vari delle misure per “traghettare” il paese fuori dalla crisi, è inutile che l’opposizione proponga degli emendamenti più o meno incisivi alla manovra fiscale. Se non cambia l’idea di politica, vista non più come il vantaggio di una stretta oligarchia  ma come lo strumento con il quale distribuire il benessere sociale, la situazione che stiamo vivendo si ripresenterà presto ,ammesso che la si superi. Nelle nostre forze e nelle nostre coscienze si nasconde la forza del cambiamento oltre che in quello sparuto gruppo di politici che credono realmente nella missione per la quale hanno giurato ponendo la mano sulla costituzione italiana.

Fabrizio Pace

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About the Author: Fabrizio Pace

Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.