Le forze di liberazione democratiche della nuova Libia, hanno stretto sotto assedio il bunker del Colonnello Gheddafi. Al momento non si ha la sicurezza che il Rais sia rinchiuso la dentro, e ogni certezza sulla propria posizione a Tripoli appare fumosa. Secondo i ribelli il nascondiglio di Gheddafi potrebbe essere differente dal bunker, e quindi sono stati circondati parecchi edifici che potrebbero essere la base di rifugio del Rais. Intanto il Colonnello è tornato a farsi sentire con un messaggio audio alla nazione, incitando i lealisti al suo regime, a rivoltarsi contro i ribelli, schiacciando e uccidendo i ratti e i demoni che stanno infestando la città. Un appello ormai vano, anche se secondo alcuni analisti, ci vorrà ancora qualche tempo prima del crollo totale del regime del Colonnello. Secondo i ribelli, Gheddafi si troverebbe con certezza quasi matematica vicino al compound che lo ospitava, per il semplice fatto che le strutture di radio diffusione e televisione si trovavano a poca distanza da esso. Secondo i ribelli: «Loro sono insieme, in una piccola buca. Oggi finiamo. Oggi tutto questo finirà». Il messaggio che il rais ha lanciato, e il solito messaggio carico di propaganda e odio nei confronti dei suoi oppositori. Attraverso l’emittente televisiva Al-Orouba, controllata dal suo secondogenito ed erede designato, Saif al-Islam, il Colonnello ha ribadito ai suoi connazionali di: «combattere l’invasione straniera per far sì che la Libia sia dei libici e non dei colonialisti. La Libia non è della Francia, non è di Sarkozy». Inoltre ha aggiunto che: «La Libia sia dei libici, non della Francia, non dell’Italia, non dei colonialisti. Non permettete che i ratti lascino Tripoli ai colonialisti. Uomini, donne e tribù a difendete Tripoli dagli stranieri e a purificatela dai ribelli. Non ci sarà un posto sicuro per i ribelli. Uccidete i ribelli strada per strada e non abbiate paura dei bombardamenti. Incitate il popolo e i giovani a combattere il jihad contro i ribelli e l’Alleanza atlantica. La Nato non può vincere attraverso i bombardamenti aerei. Voi siete la maggioranza, come avete dimostrato nelle manifestazioni milionarie delle scorse settimane a piazza Verde». Intanto nella giornata di ieri i quattro giornalisti italiani sequestrati, sono stati liberati da un blitz delle forze lealiste. Si trattava di Elisabetta Rosaspina e Giuseppe Sarcina del Corriere della Sera, Claudio Monici di Avvenire e Domenico Quirico de La Stampa. In seguito sono stati portati all’Hotel Corinthia. Hanno segni di percosse, ma sono in buone condizioni. Molto soddisfatto il console italiano a Tripoli Guido de Sanctis: «Sono molto contento. Ho appreso la notizia dai notiziari, sicuramente sono stati loro a darla per primi direttamente in Italia, questo dimostra che la situazione era molto flessibile e che le risorse umane e tecnologiche abbiamo messo in campo hanno funzionato. Tripoli è un posto pericoloso per qualsiasi straniero che vi si rechi in questo momento. Mettersi in contatto con Tripoli è difficile, ci riesco saltuariamente».
Salvatore Borruto